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Tracheite: cos’è, sintomi, cause, quanto dura e cosa fare

~December 23, 2025
11 minuti
donna tossisce con tracheite

La tracheite è un’infiammazione della trachea, cioè il “tubo” che porta l’aria dalla gola ai bronchi. Quando la trachea è irritata o infiammata, anche un gesto semplice come respirare a fondo, parlare o tossire può diventare fastidioso: è per questo che molte persone descrivono un bruciore al centro del torace o un dolore “dietro lo sterno”, spesso accompagnato da tosse insistente.

È una condizione frequente soprattutto durante i mesi freddi e nei periodi in cui circolano i virus respiratori. Nella maggior parte dei casi è autolimitante, cioè tende a migliorare da sola con il tempo e con alcune attenzioni pratiche. Detto questo, non va sottovalutata quando i sintomi sono intensi, quando riguarda i bambini piccoli o quando compaiono segnali che fanno pensare a un coinvolgimento più profondo delle vie respiratorie. Se hai dubbi, un confronto con il medico è sempre la scelta più prudente.

Cos’è la tracheite e perché viene

La trachea è rivestita da una mucosa che può infiammarsi per effetto di infezioni o irritazioni. La tracheite può comparire come episodio “isolato”, ma più spesso fa parte di un quadro più ampio di infezione delle vie aeree superiori, iniziato magari con raffreddore e mal di gola e poi sceso verso la trachea.

Le cause più comuni sono virali: gli stessi virus che provocano raffreddore e influenza possono irritare e infiammare la trachea. Più raramente la causa può essere batterica, oppure legata a fattori irritanti (aria molto secca, fumo, sostanze chimiche, polveri). Anche il parlare molto, la tosse ripetuta o l’esposizione prolungata ad aria fredda possono peggiorare l’irritazione, rendendo i sintomi più fastidiosi o più lunghi.

Sintomi della tracheite: come riconoscerla

Il sintomo più tipico della tracheite è una tosse spesso secca, “metallica” o stizzosa, che può diventare dolorosa. Molte persone raccontano che la tosse è peggiore di notte o quando si entra in ambienti secchi o riscaldati, e che un respiro profondo scatena il colpo di tosse. Può esserci anche raucedine, voce più bassa, fastidio quando si parla a lungo, e una sensazione di bruciore al centro del petto.

Altri sintomi possibili sono febbricola o febbre, stanchezza, malessere generale, naso chiuso o che cola, e catarro che può comparire dopo qualche giorno. Nei bambini, oltre alla tosse, può esserci irritabilità e difficoltà a dormire. È importante tenere presente che sintomi simili possono comparire anche in altre condizioni delle vie aeree: per esempio una faringite può dare dolore alla gola più marcato, mentre una polmonite tende ad associarsi più facilmente a febbre alta, respiro corto e peggioramento generale.

Tracheite o bronchite? Differenze che aiutano a orientarsi

Capire “dove” sta l’infiammazione non è sempre semplice senza una visita, perché tosse e malessere possono sovrapporsi. In modo orientativo, nella tracheite la tosse è spesso secca e irritativa e il dolore può essere centrale, retrosternale, come se la trachea fosse “graffiata”. Nella bronchite, invece, è più facile che la tosse diventi produttiva (con catarro) e che ci sia una sensazione di peso al torace, soprattutto dopo alcuni giorni.

Un elemento importante è la respirazione: se compare affanno, fischi, o difficoltà a respirare, non è il caso di aspettare. In questi casi può essere utile un inquadramento medico e, se indicato, una valutazione specialistica come la spirometria, che aiuta a capire se c’è un problema di “passaggio” dell’aria, specialmente in persone con asma o bronchiti ricorrenti.

Tracheite: cause più frequenti (virus, batteri e irritanti)

Nel quotidiano, la causa più comune della tracheite è un’infezione virale delle vie respiratorie. Il quadro può iniziare con raffreddore, starnuti e mal di gola, e poi trasformarsi in tosse fastidiosa. Anche alcuni virus specifici possono essere coinvolti: per esempio gli adenovirus sono tra i patogeni respiratori che possono provocare sintomi a carico di gola e vie aeree, soprattutto in età pediatrica.

Le forme batteriche sono meno frequenti, ma diventano più probabili quando la febbre è alta e persistente, quando il quadro peggiora invece di migliorare o quando ci sono condizioni che favoriscono complicanze. In alcuni contesti clinici, il medico può sospettare specifici batteri e valutare esami o terapie mirate. È importante non “decidere da soli” che si tratta di batteri: non solo perché si rischia di sbagliare, ma anche perché l’uso inappropriato di antibiotici aumenta la resistenza batterica e può dare effetti indesiderati.

Oltre alle infezioni, ci sono cause irritative: fumo di sigaretta e fumo passivo, aria secca, sbalzi di temperatura, esposizione a polveri o sostanze irritanti sul lavoro. Anche un reflusso acido che risale verso la gola può contribuire a irritare le vie aeree: in chi ha bruciore di stomaco e tosse soprattutto notturna può avere senso parlarne con il medico, anche perché il reflusso gastroesofageo può mantenere l’irritazione nel tempo.

Quanto dura la tracheite?

La durata della tracheite dipende dalla causa e dalla risposta individuale. In molte forme virali, i sintomi principali (tosse secca e bruciore) migliorano nell’arco di 3–7 giorni, ma una tosse residua può proseguire anche per 2–3 settimane perché la mucosa tracheale rimane sensibile e “reattiva” anche dopo che l’infezione è passata.

Se invece la tosse peggiora progressivamente, se la febbre dura più di 3 giorni o torna dopo un miglioramento, o se il dolore toracico diventa importante, è opportuno farsi valutare: potrebbe esserci una sovrainfezione o un interessamento più basso delle vie respiratorie.

Tracheite: cosa fare a casa 

Quando la tracheite è verosimilmente virale e i sintomi sono lievi o moderati, l’obiettivo è aiutare la trachea a “calmarsi” e prevenire l’irritazione continua. In pratica, significa idratazione, riposo vocale, aria meno secca e gestione della febbre o del dolore quando serve.

Bere a sufficienza (acqua, tisane non troppo calde) aiuta a mantenere più fluidi i secreti e riduce la sensazione di secchezza che scatena la tosse. Umidificare l’ambiente o fare docce tiepide può dare sollievo, soprattutto la sera. Evitare fumo, alcol e ambienti molto polverosi è altrettanto importante: sono irritanti diretti che mantengono l’infiammazione.

Se c’è febbre o dolore, si possono usare farmaci sintomatici, ma sempre rispettando indicazioni del medico o del farmacista e le dosi in etichetta. In Italia, i più utilizzati sono il paracetamolo per febbre e dolore e, in alcune persone, l’ibuprofene per dolore e infiammazione, quando non ci sono controindicazioni. Evita però il “fai da te” se hai patologie croniche, sei in gravidanza, stai assumendo altri farmaci o si tratta di un bambino: in questi casi è ancora più importante chiedere un parere.

Molte persone chiedono se gli antibiotici servono: nella maggior parte delle tracheiti virali no. L’antibiotico può essere valutato dal medico solo quando c’è il sospetto di infezione batterica o un rischio maggiore di complicanze. Anche quando si decide di usarlo, è fondamentale seguire la terapia come prescritta e non interromperla di propria iniziativa. Se vuoi approfondire quando e come vengono usati alcuni antibiotici comuni, puoi leggere la guida su amoxicillina, ricordando che non è adatta a tutti e non è indicata in tutte le infezioni.

Tracheite e tosse notturna: perché peggiora la sera

Con la tracheite, la tosse spesso si accentua di notte per diverse ragioni: l’aria in casa può essere più secca (riscaldamento acceso), si parla meno ma si deglutisce anche meno, e in posizione sdraiata eventuali secrezioni scendono lungo la gola stimolando il riflesso della tosse. Se c’è anche una componente di reflusso, la posizione supina può favorire la risalita di acido e irritare ulteriormente le vie aeree.

Piccole accortezze possono aiutare: mantenere la stanza non troppo calda, umidificare, bere un po’ d’acqua prima di coricarsi e, se indicato dal medico, valutare come gestire un possibile reflusso. Se la tosse notturna è importante, impedisce di dormire o dura oltre due settimane, è utile parlarne con il medico per inquadrare la causa e scegliere la strategia più adatta.


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Tracheite nei bambini: attenzione ai segnali

Nei bambini la tracheite può presentarsi con tosse secca e irritativa, voce rauca e agitazione notturna. Nei più piccoli le vie aeree sono più strette e l’infiammazione può dare più facilmente rumori respiratori o difficoltà a respirare. Se noti respiro rumoroso, tirage (rientramenti tra le costole o alla base del collo), colorito pallido o bluastro, sonnolenza marcata o rifiuto dei liquidi, è necessario contattare rapidamente un medico o il pronto soccorso.

È normale che i genitori si preoccupino: la tosse può essere impressionante anche quando la situazione è benigna. Però ci sono alcune red flag che non vanno aspettate. Per orientarti sui disturbi della tosse in età pediatrica, può essere utile anche la guida dedicata alla tosse nei bambini.

Quando chiamare il medico: segnali d’allarme da non ignorare

La tracheite spesso migliora con riposo e misure di supporto, ma ci sono situazioni in cui è meglio non aspettare. Contatta il medico se la febbre è alta o dura più di 72 ore, se i sintomi peggiorano invece di migliorare, se compare dolore toracico importante o se la tosse è così forte da causare vomito o difficoltà a respirare. Un altro segnale da valutare è la comparsa di affanno, cioè dispnea, soprattutto se nuova o in peggioramento.

Serve una valutazione rapida anche se la persona è fragile (anziani, immunodepressi, persone con malattie respiratorie o cardiache), se c’è disidratazione, o se si sospetta una complicanza. Non è l’intento spaventare: l’obiettivo è aiutarti a riconoscere quando la prudenza è un alleato.

Tracheite: esami utili e diagnosi

La diagnosi di tracheite è spesso clinica: il medico ascolta i sintomi, valuta gola e vie aeree superiori, ascolta i polmoni e decide se sono necessari accertamenti. In molti casi non serve fare esami. Se però il quadro è importante o atipico, il medico può richiedere esami del sangue (per esempio un emocromo o indici di infiammazione) o test per identificare specifici patogeni, soprattutto in periodi di forte circolazione virale.

Quando si vuole valutare la funzione respiratoria o escludere altre condizioni, possono essere indicati esami mirati. Se il sospetto è un’infezione più “bassa” o se i sintomi sono intensi, il medico può considerare anche una radiografia del torace. In generale, la scelta degli esami dipende dal quadro complessivo, dall’età e dai fattori di rischio.

Prevenzione: come ridurre il rischio di tracheite

Non esiste un modo per azzerare il rischio di tracheite, ma alcune abitudini lo riducono in modo concreto. Lavare spesso le mani, arieggiare gli ambienti e limitare l’esposizione a persone con sintomi respiratori quando possibile sono misure semplici ma efficaci. Evitare il fumo (anche passivo) è una delle scelte più utili: il fumo irrita direttamente la trachea e rende la mucosa più vulnerabile.

Durante la stagione influenzale, la vaccinazione antinfluenzale è uno strumento importante soprattutto per le persone fragili e per chi vive o lavora a contatto con soggetti a rischio. Se vuoi approfondire, puoi consultare la guida al vaccino antinfluenzale e parlarne con il tuo medico per capire se e quando farlo.

Anche il sonno adeguato, l’idratazione e un’alimentazione equilibrata aiutano a sostenere le difese dell’organismo. In alcuni periodi, molte persone usano integratori o prodotti “per l’intestino”: possono avere un ruolo in specifiche situazioni, ma non sono una cura per la tracheite. Se ti interessa il tema, trovi informazioni utili sui fermenti lattici, da usare con criterio e senza aspettarsi effetti immediati sui sintomi respiratori.

Tracheite e complicanze: cosa può succedere 

Nella grande maggioranza dei casi, la tracheite guarisce senza conseguenze. Più raramente, soprattutto in persone fragili o in presenza di batteri, l’infezione può estendersi e coinvolgere bronchi e polmoni, oppure può favorire riacutizzazioni di problemi respiratori preesistenti. Proprio per questo è importante monitorare l’andamento: un miglioramento graduale è un buon segno, mentre un peggioramento netto o la comparsa di sintomi nuovi merita attenzione.

Un altro aspetto pratico è la “tosse post-virale”: anche quando l’infezione è finita, la trachea può rimanere ipersensibile per un po’. In questa fase spesso non serve “fare di più” dal punto di vista farmacologico, ma può essere utile continuare con idratazione, aria non secca e riduzione degli irritanti.

Tracheite: punti chiave da ricordare

La tracheite è spesso causata da virus e si manifesta soprattutto con tosse secca, irritativa e dolore o bruciore retrosternale. Nella maggior parte delle persone migliora in pochi giorni, ma la tosse può trascinarsi più a lungo. Le misure di supporto (idratazione, aria umidificata, evitare fumo) sono centrali, mentre gli antibiotici non sono di routine e devono essere valutati dal medico. Se compaiono affanno, febbre alta persistente, peggioramento o difficoltà respiratoria, è importante farsi visitare.

FAQ sulla tracheite

La tracheite è contagiosa?

La tracheite in sé è un’infiammazione della trachea; ciò che può essere contagioso è la causa, spesso un virus respiratorio. Se hai tosse e sintomi da raffreddamento è prudente comportarsi come se fosse contagioso: igiene delle mani, fazzoletti monouso, arieggiare gli ambienti e, se possibile, evitare contatti ravvicinati con persone fragili.

Tracheite: si può curare con antibiotico?

Solo in una minoranza di casi. La maggior parte delle tracheiti è virale e non trae beneficio dagli antibiotici. L’antibiotico può essere preso in considerazione dal medico se c’è un sospetto fondato di infezione batterica o rischio di complicanze, dopo valutazione dei sintomi e, se necessario, di alcuni esami.

Quanto dura la tosse da tracheite?

Spesso i sintomi principali migliorano in 3–7 giorni, ma la tosse può durare 2–3 settimane perché la mucosa resta irritata. Se la tosse dura oltre tre settimane, peggiora o si associa ad affanno o febbre, è consigliabile un controllo medico.

Tracheite: quali sono i sintomi che richiedono pronto intervento?

È importante farsi valutare rapidamente in caso di difficoltà respiratoria, respiro sibilante marcato, labbra o viso bluastro, dolore toracico importante, confusione/sonnolenza anomala, disidratazione o peggioramento rapido. Nei bambini piccoli, anche il respiro rumoroso con rientramenti è un segnale da valutare subito.

La tracheite può dipendere dal reflusso?

Il reflusso può irritare la gola e le vie aeree e contribuire a tosse e infiammazione, soprattutto notturne. Non è la causa più comune di tracheite, ma può essere un fattore che mantiene i sintomi. Se hai bruciore di stomaco, rigurgito acido o tosse prevalentemente notturna, parlane con il medico.

Tracheite e cortisone: serve?

Il cortisone non è un rimedio “standard” per tutte le tracheiti. In alcune situazioni specifiche, valutate dal medico (per esempio infiammazione importante con broncospasmo o condizioni preesistenti), può essere considerato. Non è consigliabile assumerlo senza indicazione medica.


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