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Fosfatasi Alcalina Elevata o Bassa: Cosa Significa per la Tua Salute

Revisionato da: Elty~May 02, 2024
9 minuti
fosfatasi alcalina

Fosfatasi alcalina: cosa è

La fosfatasi alcalina è un enzima che svolge un ruolo molto importante nel corpo umano: è presente in vari tessuti, specialmente nel fegato, nelle ossa, nei reni e nel tratto gastrointestinale. Il suo ruolo nel processo di scissione dei fosfati è cruciale poiché permette la liberazione di energia utile per numerose funzioni cellulari. 

La fosfatasi alcalina partecipa a diversi processi biologici tra cui quelli legati alla crescita, alla riparazione dei tessuti e alla funzionalità epatica.

A causa del suo impatto considerevole in diverse funzioni corporee, il livello di fosfatasi alcalina nel sangue è un indice di salute rilevante, di solito esaminato nel corso dei test di routine o in presenza di sintomi che costituiscono la spia per eventuali problematiche al fegato, alle ossa o ad altri organi in cui l’enzima è presente.

Figure mediche come i medici generali, gli internisti e gli specialisti quali epatologi, reumatologi e gastroenterologi riescono, grazie alla misurazione dei livelli di fosfatasi alcalina, a diagnosticare, monitorare e trattare varie condizioni cliniche.

La fosfatasi alcalina alta ad esempio può essere indice di una patologia al fegato quale l’epatite o la cirrosi o problemi ossei come l’osteoporosi o il cancro alle ossa. La fosfatasi alcalina bassa invece è un possibile campanello d’allarme di carenze nutrizionali o specifiche condizioni genetiche.

Il valore considerato normale della fosfatasi alcalina varia a seconda dell’età dell’individuo: nei bambini tra 1 e 10 anni va da 110 a 550 U/L, da 10 a 15 anni va da 130 e 700 U/L e negli adulti da 50 a 220 U/L.

Per questi motivi riuscire ad accertare i livelli di fosfatasi alcalina e le loro oscillazioni è indispensabile per il personale medico nell’analisi corretta degli esami del sangue e nell’elaborazione di una diagnosi particolareggiata in grado di indirizzare le scelte terapeutiche della persona.

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Fosfatasi alcalina alta e bassa: cosa significano

Quando si parla di fosfatasi alcalina alta e di fosfatasi alcalina bassa si fa riferimento ai livelli di questo enzima nel sangue che si discostano dalla norma. 

Avere livelli di fosfatasi alcalina alta è segno di una diversità di disturbi. L’enzima è infatti presente in varie parti del corpo e un aumento può indicare problemi in una o più di queste zone. Un livello elevato di fosfatasi alcalina non suggerisce necessariamente una patologia grave, in quanto altri elementi possono determinare un aumento dei livelli. 

La fosfatasi alcalina bassa può suggerire malnutrizione o specifiche carenze nutrizionali come quelle di zinco o magnesio. Altre cause sono i disturbi ereditari che condizionano il modo in cui il corpo gestisce i minerali come il calcio e il fosfato.

I livelli bassi di fosfatasi alcalina richiedono un’analisi attenta del contesto clinico e in alcuni ambiti necessitano di ulteriori test per individuare la causa. Seppur meno frequenti rispetto ai livelli elevati, i livelli bassi possono essere considerevoli e obbligano ad un intervento medico per correggere eventuali squilibri nutrizionali o gestire le condizioni scatenanti.

Fosfatasi alcalina: sintomi più frequenti

La fosfatasi alcalina di per sé non è responsabile della comparsa di sintomi, si tratta infatti di un enzima presente nel sangue i cui livelli riflettono molteplici condizioni di salute o di malattia.

Per tale ragione, non sono i livelli di fosfatasi alcalina a determinare i sintomi, ma le condizioni sottostanti che inducono a un aumento o a una diminuzione di questo enzima nel sangue possono presentarsi sotto varie forme. 

La fosfatasi alcalina alta nei pazienti è indice di una serie di condizioni mediche tra cui malattie del fegato quali l’epatite e la cirrosi, ostruzioni dei dotti biliari, malattie ossee come quella di Paget o la guarigione di fratture e in alcuni casi forme di cancro che coinvolgono il fegato e le ossa.

I sintomi associati a tali condizioni possono variare notevolmente. Le malattie del fegato possono presentarsi con ittero, dolore addominale, nausea e affaticamento. Le condizioni ossee possono provocare dolore osseo, deformità ossee o aumentato del rischio di fratture. 

La fosfatasi alcalina bassa è collegata a patologie quale l’ipofosfatasia, un raro disordine genetico che influisce sulla mineralizzazione ossea, portando a ossa fragili e aumentando il rischio di fratture o a carenze nutrizionali.

In ogni caso, i livelli bassi di fosfatasi alcalina sono meno comuni e generalmente non compaiono con sintomi evidenti, rendendo la diagnosi e l’interpretazione più complesse per il personale medico.

Fosfatasi alcalina: cause

Le variazioni nei livelli di fosfatasi alcalina, detta anche ALP, nel sangue si possono attribuire a una serie di cause e condizioni, che sono l’espressione della complessità dei sistemi biologici del corpo umano.

Queste variazioni indicano sia processi fisiologici normali che patologie. La comprensione delle cause alla base dei livelli alterati di fosfatasi alcalina necessita di un’attenta disamina clinica e di un’interpretazione che tenga conto della salute generale della persona.

Nellaa fosfatasi alcalina alte le cause testimoniano una maggiore attività nelle zone del corpo dove l’enzima è più abbondante come il fegato e le ossa. Le malattie del fegato tipo l’epatite o la cirrosi scatenano un incremento dei livelli di fosfatasi alcalina a causa del danno o dell’infiammazione epatica che stimola un’ulteriore produzione dell’enzima. 

Nella fosfatasi alcalina alta cause ulteriori sono le condizioni che ostacolano il flusso della bile come le ostruzioni causate da calcoli biliari o tumori. Un aumento della fosfatasi alcalina costituisce un segnale di un’attiva rigenerazione ossea o di circostanze che condizionano il metabolismo osseo. 

La malattia di Paget, caratterizzata da una rapida distruzione e ricrescita ossea che porta a deformità, è un disturbo che può causare un rialzo significativo dei livelli di fosfatasi alcalina. Similmente, la guarigione delle fratture o l’attiva crescita ossea durante l’infanzia possono portare ad un incremento di tale enzima nel sangue. 

I livelli bassi di fosfatasi alcalina sono meno comuni e sono più difficili da interpretare. Sono associati a condizioni genetiche come l’ipofosfatasia o alle carenze nutrizionali soprattutto di zinco e magnesio, nutrienti essenziali per l’attività di molti enzimi tra cui appunto la fosfatasi alcalina.

Altresì, fattori come l’età, specifici trattamenti medici o l’uso di particolari farmaci, alterano i livelli di fosfatasi alcalina ed è per tale ragione che è imprescindibile l’importanza di considerare un’ampia varietà di informazioni cliniche nella loro analisi. 

La presenza di livelli alterati di fosfatasi alcalina necessità dunque di un’accurata indagine per certificare la causa, che può spaziare da condizioni relativamente benigne a patologie gravi che richiedono un trattamento urgente. 

Fosfatasi alcalina ossea: cosa è

La fosfati alcalina ossea costituisce una frazione della fosfatasi alcalina totale presente nel corpo umano. Questa tipologia di enzima è prodotta dalle cellule dell’osso chiamate osteoblasti, responsabili della formazione e del mantenimento della struttura ossea. 

La fosfatasi alcalina ossea ricopre un ruolo chiave nel processo di mineralizzazione ossea, ovvero del deposito di calcio e fosfato nelle matrici ossee che conferiscono durezza e resistenza alle ossa. La salute delle nostre ossa è fondamentale per il sostegno strutturale del corpo, la protezione degli organi interni e la conservazione dei livelli di calcio e altri minerali essenziali.

Quando le ossa si rigenerano o si riparano in seguito ad un danno, gli osteoblasti sono alquanto attivi e di conseguenza i livelli di fosfatasi alcalina ossea possono aumentare mostrando una crescita ossea che può essere osservata durante l’infanzia, l’adolescenza, la guarigione da fratture o in presenza di condizioni che stimolano un rinnovamento osseo accelerato come nella malattia di Paget.

Oltre ad essere un indicatore dell’attività osteoblastica, la fosfatasi alcalina ossea segnala alcuni problemi di salute legati alle ossa, provocati da patologie quali l’osteoporosi nel caso di livelli anormalmente elevati.

Nelle situazioni in cui vi sono livelli insolitamente bassi di fosfatasi alcalina ossea, probabilmente testimoniano una ridotta attività osteoblastica associata a particolari forme di anemia e malnutrizione.

La misurazione dei livelli di fosfatasi alcalina ossea offre informazioni preziose sull’attività metabolica delle ossa, complementari a quelle fornite dalla misurazione della fosfatasi alcalinea ossea totale.

Il test è particolarmente consigliato in alcune situazioni cliniche per monitorare la risposta al trattamento di malattie ossee o per esaminare il rischio di eventuali fratture in persone affette da condizioni che influenzano le ossa.

Fosfatasi alcalina: cura e rimedi online

Il trattamento dei livelli alterati di fosfatasi alcalina si focalizza sulle cause scatenanti piuttosto che sull’enzima stesso.  Poiché le variazioni nei livelli di fosfatasi alcalina possono essere la spia per varie situazioni mediche, l’approccio terapeutico varia considerevolmente a seconda della diagnosi specifica. 

Per le patologie del fegato il trattamento comprende farmaci antivirali o altri approcci per ridurre l’infiammazione e promuoverne la guarigione. Nel caso di ostruzioni dei dotti biliari, come quelli causati dai calcoli biliari, può rendersi indispensabile un intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione e ripristinare il normale flusso della bile.

Nel contesto delle patologie ossee, l’approccio terapeutico varia ugualmente in base alla diagnosi. Per contrastare la patologia di Paget si utilizzano farmaci che aiutano a regolare il metabolismo osseo, diminuendo l’attività di rigenerazione eccessiva che caratterizza la malattia. 

Verso i pazienti che mostrano fratture, il focus sarà sulla guarigione ottimale dell’osso, che può momentaneamente aumentare i livelli di fosfatasi alcalina, ma non richiede trattamenti specifici per l’enzima.

Per i livelli bassi di fosfatasi alcalina il trattamento si concentra sulle cause come le carenze nutrizionali e di conseguenza, dopo aver individuato se vi è una carenza di zinco o magnesio, è necessario un supporto di tali nutrienti per ripristinare i livelli normali di fosfatasi alcalina. 

In molti casi, il percorso di cura per le condizioni che influenzano i livelli di fosfatasi alcalina, richiede un approccio multidisciplinare che comprende la collaborazione tra specialisti quali epatologi, endocrinologi, reumatologi e gastroenterologi. Oltre ai trattamenti medici o chirurgici vengono raccomandate modifiche dello stile di vita per supportare la salute del fegato e delle ossa. 

FAQ Fosfatasi alcalina: le risposte alle domande più frequenti

Cosa comporta avere la fosfatasi alcalina alta?

Un livello alto di fosfatasi alcalina suggerisce la presenza di una malattia o di un disturbo del fegato come l’epatite, la cirrosi o un’ostruzione dei dotti biliari causata da calcoli biliari o tumori. Si possono percepire sintomi quali ittero, dolore addominale, nausea e affaticamento. Altresì l’aumento della fosfatasi alcalina riflette una patologia ossea attiva come la malattia di Paget, l’iperparatiroidismo o la guarigione di fratture. Tuttavia è importante considerare che livelli leggermente elevati di fosfatasi alcalina sono il risultato non per forza di condizioni gravi. La gravidanza per esempio in particolare nel terzo trimestre comporta un aumento della fosfatasi alcalina.

Che cos’è la fosfatasi alcalina?

La fosfatasi alcalina è un enzima presente in diverte parti del corpo incluso il fegato, le ossa, i reni e l’intestino. L’enzima svolge un ruolo chiave nel processo di scissione dei fosfati delle molecole. I livelli di fosfatasi alcalina nel sangue sono misurati tramite esami del sangue di routine e forniscono informazioni utili sulla salute del fegato e delle ossa. 

Come abbassare la fosfatasi alcalina?

Per abbassare i livelli di fosfatasi alcalina è fondamentale individuare e trattare la causa che ha portato all’aumento dell’enzima. Il primo passo è quello di consultare un medico per una valutazione accurata così da stabilire i motivi del disturbo e in seguito trattarli con farmaci specifici per ridurre le infiammazioni, farmaci per normalizzare il metabolismo osseo o interventi chirurgici.