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Spermiogramma: cos’è, come si fa e come leggere i risultati

~December 23, 2025
11 minuti
spermiogramma

Lo spermiogramma è uno degli esami più importanti quando si vuole capire come sta la fertilità maschile. È semplice, non invasivo e, nella maggior parte dei casi, è il primo passo per valutare la qualità del liquido seminale e la capacità degli spermatozoi di arrivare a fecondare un ovocita. Spesso viene richiesto dopo alcuni mesi di ricerca di gravidanza senza successo, oppure in presenza di fattori di rischio (per esempio interventi, infezioni, varicocele, esposizioni lavorative) o prima di percorsi di procreazione medicalmente assistita.

È normale sentirsi un po’ in imbarazzo o in ansia: succede a tantissime persone. L’obiettivo però è molto pratico: ottenere un “fotogramma” il più possibile fedele di come appare il campione in quel momento, così da orientare eventuali approfondimenti e consigli. Vale la pena ricordare una cosa fondamentale: un singolo risultato non è una sentenza. La produzione di spermatozoi cambia nel tempo e può risentire di febbre, stress, farmaci, periodi di astinenza troppo lunghi o troppo brevi, e perfino del modo in cui è stato raccolto il campione. Per questo spesso si richiedono almeno due esami a distanza di qualche settimana.

Cos’è lo spermiogramma e a cosa serve

Lo spermiogramma è un’analisi di laboratorio che misura alcune caratteristiche del liquido seminale e degli spermatozoi. In pratica, aiuta a valutare parametri come volume dell’eiaculato, concentrazione degli spermatozoi, motilità (cioè come “nuotano”), morfologia (cioè la forma), e altri indicatori utili a capire se ci sono condizioni che possono ridurre le probabilità di concepimento.

Questo esame può essere richiesto in diversi contesti: ricerca di gravidanza da tempo, sospetto di infertilità maschile, controlli dopo alcune terapie o interventi, oppure prima di procedure di preservazione della fertilità (per esempio crioconservazione). In alcuni casi lo spermiogramma è accompagnato dallo spermiocoltura o da test più specifici (come la frammentazione del DNA spermatico), ma la scelta dipende dalla storia clinica e va valutata con il medico.

Quando farlo: dopo quanto tempo di tentativi e in quali situazioni

In molte coppie si inizia a parlarne dopo circa 12 mesi di rapporti regolari non protetti senza gravidanza (6 mesi se la partner ha più di 35 anni o se ci sono fattori di rischio noti). Però non serve “aspettare per forza” se ci sono segnali che meritano attenzione, come dolore o gonfiore scrotale, storia di testicolo ritenuto, interventi, chemioterapia/radioterapia, o infezioni uro-genitali ripetute.

Ci sono anche situazioni in cui lo spermiogramma viene consigliato in modo mirato: prima di una vasectomia (per avere un dato di base), dopo una vasovasostomia, o dopo il trattamento di un varicocele. Se sospetti di avere un varicocele o ti è stato già segnalato, può essere utile leggere anche la guida dedicata al varicocele, perché questa condizione è tra le più frequenti associate ad alterazioni seminali e merita una valutazione clinica completa.

Come prepararsi allo spermiogramma: astinenza, abitudini e accorgimenti

La preparazione è cruciale perché rende il risultato più affidabile. In genere i laboratori chiedono un periodo di astinenza sessuale di 2–7 giorni (spesso l’indicazione più comune è 3–5 giorni). Un’astinenza troppo breve può ridurre volume e concentrazione; troppo lunga può peggiorare motilità e aumentare la quota di spermatozoi “invecchiati”. Per questo è importante seguire l’indicazione del laboratorio e, se stai ripetendo l’esame, cercare di mantenere lo stesso numero di giorni di astinenza per confrontare meglio i risultati.

Nei giorni precedenti è utile evitare alcol in eccesso e sostanze stupefacenti, non esporsi a calore intenso prolungato (sauna, bagni molto caldi, laptop sulle gambe per ore), e segnalare al medico eventuali febbri recenti: anche un’influenza con febbre alta può influenzare la spermatogenesi per settimane. Se assumi farmaci o integratori, non sospenderli autonomamente: è meglio comunicarli al medico o al laboratorio. Anche alcuni antinfiammatori o antibiotici possono essere presenti nella tua storia recente; per esempio, se hai preso ibuprofene o altri farmaci, segnalarlo è utile per contestualizzare, senza fare conclusioni automatiche.

Un consiglio pratico: dormire bene e arrivare in laboratorio con tempo riduce lo stress e rende più semplice la raccolta. Lo stress, da solo, non “stravolge” necessariamente i parametri, ma può rendere più difficile ottenere un campione adeguato, specialmente se l’ambiente non è familiare.

Come si fa lo spermiogramma: raccolta del campione e tempi

Il campione viene ottenuto tramite masturbazione e raccolto in un contenitore sterile. La raccolta può avvenire in laboratorio (spesso la soluzione migliore) oppure a casa, ma solo se il laboratorio lo consente e se puoi consegnare il campione rapidamente, in genere entro 30–60 minuti. È importante mantenere il campione a temperatura vicina a quella corporea durante il trasporto e indicare l’orario di raccolta.

Un dettaglio che fa la differenza: cercare di raccogliere tutto l’eiaculato. Se una parte va persa, soprattutto la prima frazione, i valori di concentrazione e numero totale possono risultare falsati. Se succede, non devi “arrangiarti” o nasconderlo: basta dirlo al laboratorio, che lo annoterà. La qualità dell’informazione è parte dell’esame.

Dopo la raccolta, il campione viene lasciato liquefare (è normale che appena raccolto sia più denso) e poi analizzato. Alcuni risultati possono essere disponibili in giornata, altri richiedono più tempo, a seconda del laboratorio.

Quali parametri valuta lo spermiogramma (spiegati in modo semplice)

Lo spermiogramma non si limita a “contare” gli spermatozoi: mette insieme vari indizi. I parametri possono essere riportati con valori numerici, note qualitative e, talvolta, confronti con i limiti di riferimento del laboratorio (spesso basati su indicazioni dell’OMS). È importante ricordare che i “range” possono cambiare nel tempo e tra laboratori: per interpretare correttamente serve considerare il contesto clinico e, se necessario, parlarne con uno specialista.

Volume: indica quanti millilitri di liquido seminale sono stati eiaculati. Un volume basso può dipendere da raccolta incompleta, astinenza breve, o altre condizioni che il medico può valutare (per esempio ostruzioni o problemi delle ghiandole accessorie). Un volume alto di solito ha meno significato clinico, ma va comunque letto insieme agli altri parametri.

Concentrazione e numero totale: la concentrazione è quanti spermatozoi ci sono per millilitro; il numero totale è quanti spermatozoi ci sono in tutto l’eiaculato. Avere una concentrazione “non ottimale” non significa automaticamente infertilità: spesso conta molto anche motilità, morfologia e fattori femminili.

Motilità: misura la capacità degli spermatozoi di muoversi. In genere si distingue tra motilità progressiva (quella più utile per raggiungere l’ovocita) e non progressiva. La motilità può risentire molto di febbre recente, tempi di consegna troppo lunghi o esposizione a freddo/caldo del campione.

Morfologia: valuta la percentuale di spermatozoi con forma considerata “tipica”. È un parametro delicato perché dipende anche da come viene effettuata la lettura e dai criteri utilizzati. Un valore basso non indica da solo l’impossibilità di concepire, ma è un tassello del quadro complessivo.

Vitalità: se molti spermatozoi risultano immobili, questo parametro aiuta a capire se sono vivi ma poco mobili, oppure non vitali. È utile per orientare gli approfondimenti.

pH, viscosità, liquefazione, leucociti: sono indicatori “di contesto”. Per esempio, un eccesso di leucociti può far pensare a un’infiammazione o infezione e, in base ai casi, il medico può consigliare ulteriori test. Se c’è il sospetto di infezione sessualmente trasmessa o sintomi specifici, il medico può valutare anche screening mirati; tra le cause possibili, in alcuni casi, rientra la clamidia, che spesso può essere poco sintomatica ma avere impatto sul tratto genitale.


Valori spermiogramma: come leggerli senza andare in ansia

Quando si apre un referto, la tentazione è cercare subito “alto/basso” e fare diagnosi da soli. È comprensibile, ma rischia di creare allarme inutile. I valori di riferimento rappresentano spesso soglie statistiche in popolazioni di uomini che hanno ottenuto una gravidanza in un certo tempo, non una linea netta tra “fertile” e “infertile”. In più, lo spermiogramma descrive una situazione in un momento preciso: se hai avuto febbre nelle settimane precedenti, un periodo di stress intenso o cambiamenti importanti nello stile di vita, può valere la pena ripeterlo.

Un modo utile per orientarsi è distinguere tra alterazioni lievi, moderate e marcate, e soprattutto capire se l’alterazione riguarda un solo parametro o più parametri insieme. Per esempio, una motilità un po’ ridotta con concentrazione buona ha un significato diverso rispetto a una riduzione contemporanea di concentrazione, motilità e morfologia. La lettura corretta va sempre integrata con storia clinica, esame obiettivo e, se serve, altri test.

Se vuoi essere più preparato nel leggere i numeri degli esami, può aiutare anche una guida generale su come interpretare i referti: qui trovi un approfondimento su leggere le analisi del sangue. Non è specifico per lo spermiogramma, ma ti aiuta a prendere confidenza con range, unità di misura e note di laboratorio.

Esito “alterato”: cause comuni e fattori che possono influenzare il risultato

Un risultato alterato non significa automaticamente che non si potrà avere una gravidanza, così come un risultato “nei limiti” non esclude al 100% difficoltà di concepimento. Detto questo, è vero che alcune condizioni sono frequentemente associate a parametri seminali meno favorevoli.

Tra i fattori più comuni ci sono febbre e infezioni recenti, varicocele, sovrappeso, fumo, consumo elevato di alcol, uso di cannabis o altre sostanze, esposizione a calore, e alcune condizioni ormonali. Anche l’equilibrio ormonale può avere un ruolo: per esempio livelli alterati di testosterone o di altri ormoni regolatori della spermatogenesi possono richiedere approfondimenti specialistici. Se ti interessa capire meglio come funzionano i valori e i sintomi legati agli ormoni maschili, trovi un approfondimento su testosterone.

Un punto importante: non sempre è possibile identificare una singola causa. In una parte dei casi si parla di alterazioni “idiopatiche”, cioè senza una causa evidente. Anche in questi casi, però, una valutazione andrologica/urologica può essere utile per capire se ci sono fattori modificabili e per impostare un percorso di follow-up.

Spermiogramma e spermiocoltura: differenze e quando servono entrambe

Lo spermiogramma descrive soprattutto quantità e qualità degli spermatozoi e alcune caratteristiche del liquido seminale. La spermiocoltura, invece, cerca la presenza di batteri o microrganismi che possono essere associati a infezioni del tratto genitale. Non sono esami “alternativi”: rispondono a domande diverse.

Di solito la spermiocoltura viene richiesta se ci sono sintomi (bruciore, dolore, secrezioni), leucociti elevati nel campione, storia di infezioni o prostatiti, oppure se il medico vuole escludere un’infezione come fattore contributivo. È importante non assumere antibiotici “a intuito” prima dell’esame: potrebbe alterare il risultato e rendere più difficile capire cosa stia succedendo. In generale, ogni decisione su terapie o approfondimenti va presa con un medico.

Dopo lo spermiogramma: quali controlli può proporre il medico

Se il referto mostra alterazioni, il passo successivo più comune è ripetere lo spermiogramma a distanza (spesso dopo 2–3 mesi, perché il ciclo di produzione degli spermatozoi richiede tempo) e affiancare una visita andrologica o urologica. In alcuni casi lo specialista può consigliare un’ecografia testicolare o scrotale, esami ormonali, o test specifici (per esempio frammentazione del DNA spermatico), soprattutto se ci sono ripetuti esiti sfavorevoli o storia di aborti precoci.

Quando l’obiettivo è la ricerca di gravidanza, ha senso ragionare “di coppia”: anche la partner potrebbe aver bisogno di una valutazione ginecologica. Se state impostando un percorso di controlli, un approccio ordinato tipo check-up aiuta a non perdersi pezzi: puoi trovare spunti utili nella guida al check-up completo.

Stile di vita e fertilità maschile: cosa può aiutare davvero

Non esistono scorciatoie o “integratori miracolosi” validi per tutti. Però sappiamo che alcune abitudini, nel tempo, possono sostenere la qualità seminale. Smettere di fumare, ridurre l’alcol, mantenere un peso adeguato, fare attività fisica regolare senza eccessi, dormire a sufficienza, proteggersi da calore e sostanze tossiche sul lavoro sono interventi concreti e sensati.

Anche l’alimentazione può contribuire al benessere generale e quindi, indirettamente, anche alla fertilità. In alcuni casi il medico può suggerire di correggere carenze (per esempio vitamine o micronutrienti), ma l’idea migliore è partire da uno stile di vita sostenibile. Se hai disturbi intestinali, gonfiore o alterazioni dell’alvo, che possono rendere più difficile seguire un’alimentazione equilibrata, può essere utile affrontarli: trovi un approfondimento su gonfiore addominale. Non perché sia una “causa” diretta dei parametri seminali, ma perché stare meglio nel quotidiano aiuta a mantenere costanza nelle abitudini e a ridurre stress e infiammazione sistemica.

Quando è importante consultare il medico (e quando farlo in fretta)

È consigliabile parlare con un medico (medico di base, urologo o andrologo) se lo spermiogramma mostra alterazioni, se ci sono sintomi genitali persistenti (dolore, gonfiore, noduli, bruciore, sangue nel seme), o se la coppia cerca una gravidanza da tempo. Serve un consulto anche se hai avuto interventi o terapie che possono influenzare la fertilità (per esempio chemioterapia), perché esistono percorsi di preservazione e follow-up dedicati.

È bene richiedere una valutazione più rapida se compaiono dolore improvviso e intenso a un testicolo, gonfiore rapido, febbre con dolore scrotale, o se noti segni neurologici o sistemici importanti. In questi casi non aspettare: serve un inquadramento clinico tempestivo.

Domande frequenti sullo spermiogramma (FAQ)

Quanti giorni di astinenza servono prima dello spermiogramma?

Di solito vengono consigliati 2–7 giorni, spesso 3–5. L’importante è seguire le indicazioni del laboratorio e mantenere lo stesso numero di giorni se devi ripetere l’esame, così i risultati sono più confrontabili.

Lo spermiogramma si può fare a casa?

Dipende dal laboratorio. In molti casi si può, ma solo se riesci a consegnare il campione entro 30–60 minuti e a mantenerlo a temperatura adeguata. La raccolta in laboratorio riduce il rischio di errori legati al trasporto.

Un solo spermiogramma basta per capire se sono fertile?

Spesso no. La qualità del seme può variare e un singolo esame può essere influenzato da febbre recente, stress, astinenza non corretta o raccolta incompleta. Molti specialisti preferiscono almeno due spermiogrammi a distanza di tempo.

Se i valori sono bassi significa che non avrò figli?

No. Valori “fuori range” indicano una probabilità potenzialmente ridotta, ma non escludono il concepimento. La fertilità è multifattoriale e va valutata nel contesto della coppia, con supporto medico.

Lo spermiogramma valuta anche le infezioni?

Può dare indizi indiretti (per esempio leucociti elevati), ma per cercare specificamente microrganismi serve di solito una spermiocoltura o test mirati, che il medico richiede in base a sintomi e storia clinica.

Febbre e influenza possono alterare lo spermiogramma?

Sì, una febbre alta nelle settimane precedenti può influenzare la produzione e la motilità degli spermatozoi. Se hai avuto febbre importante, chiedi al medico se è meglio rimandare o ripetere l’esame più avanti.


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AutoreElty

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