Prenota la tua visitaConfronta prezzi e tempi
GuideAltre specializzazioniVaiolo delle scimmie: cos’è, sintomi, contagio, cura e vaccino

Vaiolo delle scimmie: cos’è, sintomi, contagio, cura e vaccino

~October 29, 2025
6 minuti
immagine virus del vaiolo delle scimmie

Negli ultimi anni il vaiolo delle scimmie — oggi definito mpox secondo la nuova denominazione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) — è riemerso come una malattia infettiva di rilievo internazionale. Dopo decenni di casi confinati alle regioni dell’Africa centrale e occidentale, nel 2022 il virus ha causato una diffusione globale senza precedenti, con oltre 95.000 casi confermati in più di 110 Paesi, secondo i dati dell’OMS aggiornati al 2025.

Sebbene la mortalità associata resti bassa (circa 0,1–0,3%), l’impatto epidemiologico è significativo, soprattutto per la capacità del virus di trasmettersi tra persone al di fuori delle aree endemiche. La maggior parte dei contagi ha riguardato giovani adulti di sesso maschile, in particolare coloro che hanno avuto contatti fisici ravvicinati. Tuttavia, la malattia può colpire chiunque, indipendentemente dall’età o dal genere, rendendo la conoscenza dei sintomi e delle modalità di prevenzione uno strumento essenziale di tutela della salute pubblica.

Cosa è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi virale causata dal Monkeypox virus (MPXV), un virus a DNA appartenente alla famiglia Poxviridae e al genere Orthopoxvirus, lo stesso del virus del vaiolo umano (Variola virus).

Il virus fu scoperto nel 1958 in scimmie da laboratorio in Danimarca, ma i primi casi umani vennero descritti nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Da allora, il virus è rimasto endemico in vari Paesi dell’Africa centrale e occidentale, trasmesso principalmente da piccoli mammiferi, come roditori e scoiattoli, considerati i serbatoi naturali del patogeno.

Esistono due cladi principali del virus:

  • Clade I (Africa centrale), più virulento, con tassi di mortalità fino al 10%;

  • Clade II (Africa occidentale), meno grave e responsabile dell’epidemia globale del 2022.

La trasmissione all’uomo può avvenire attraverso il contatto diretto con animali infetti, tramite morsi o graffi, o con fluidi corporei contaminati. Tuttavia, la diffusione tra esseri umani — osservata nel recente outbreak — avviene soprattutto tramite contatto ravvicinato pelle a pelle, rapporti sessuali o esposizione a secrezioni respiratorie prolungate.

Il virus penetra attraverso microlesioni cutanee o mucose e si replica nei linfonodi regionali, determinando viremia e successiva diffusione sistemica.

Vaiolo delle scimmie: sintomi

Il periodo di incubazione dura in media tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. I sintomi si manifestano in due fasi distinte: una fase prodromica sistemica e una fase esantematica.

Durante la fase iniziale si osservano:

  • febbre superiore a 38°C;

  • cefalea intensa;

  • dolori muscolari e articolari;

  • affaticamento marcato;

  • brividi e sudorazione;linfoadenopatia generalizzata, spesso cervicale o inguinale, che rappresenta un segno clinico distintivo rispetto al vaiolo umano e alla varicella.

Come inizia il vaiolo delle scimmie

Entro pochi giorni dalla comparsa della febbre, si manifesta un’eruzione cutanea che evolve rapidamente secondo cinque stadi successivi:

  1. Macule (chiazze piatte);

  2. Papule (lesioni rilevate);

  3. Vescicole (ripiene di liquido chiaro);

  4. Pustole (contenuto purulento);

  5. Croste, che successivamente cadono lasciando una cicatrice temporanea.

Le lesioni compaiono di solito sul volto, per poi diffondersi a mani, piedi, torace e genitali. Nel focolaio del 2022, molti pazienti hanno presentato lesioni localizzate nell’area genitale o anale, accompagnate da dolore o prurito intenso, con un numero di elementi cutanei ridotto rispetto ai casi classici.

Nella maggior parte dei casi, l’infezione è autolimitante e guarisce in 2-4 settimane. Tuttavia, possono verificarsi complicanze, tra cui:

  • sovrainfezioni batteriche cutanee;

  • polmonite virale;

  • encefalite;

  • cheratite e perdita della vista;

  • sepsi nei soggetti immunocompromessi.

La letalità è bassa ma aumenta nei bambini piccoli, nelle donne in gravidanza e nelle persone con HIV non controllato.

Come si cura il vaiolo delle scimmie?

Non esiste una cura specifica universalmente approvata per il vaiolo delle scimmie. La gestione del paziente è principalmente di supporto e sintomatica.

Le linee guida dell’OMS e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) raccomandano:

  • isolamento del paziente fino alla completa risoluzione delle lesioni;

  • controllo della febbre con antipiretici come paracetamolo o ibuprofene;

  • trattamento del dolore con analgesici sistemici;

  • cura locale delle lesioni cutanee con antisettici delicati per prevenire infezioni secondarie;

  • mantenimento di una buona idratazione e nutrizione.

In forme gravi o in pazienti immunocompromessi, si possono impiegare antivirali specifici:

  • Tecovirimat (TPOXX): antivirale approvato da EMA e FDA per Orthopoxvirus, somministrato per via orale o endovenosa. Riduce la replicazione virale e accelera la guarigione.

  • Brincidofovir e Cidofovir: farmaci antivirali ad uso limitato per i casi refrattari o con infezioni gravi.

Il trattamento antibiotico è riservato esclusivamente alle sovrainfezioni batteriche cutanee confermate.

I pazienti devono evitare di toccare o grattare le lesioni, mantenere una corretta igiene e usare indumenti personali separati per ridurre il rischio di trasmissione.


Prenota Visita Infettivologica a

Vaiolo delle scimmie in gravidanza: i rischi

Il vaiolo delle scimmie in gravidanza richiede un’attenzione particolare. Sebbene i dati disponibili siano limitati, studi condotti in Africa hanno mostrato un aumento del rischio di esiti avversi, come aborto spontaneo, morte intrauterina e infezione congenita. Il virus può attraversare la placenta e infettare il feto, causando un quadro clinico noto come mpox congenito.

I sintomi nella donna incinta non differiscono da quelli della popolazione generale, ma il decorso può essere più grave a causa delle modificazioni immunitarie tipiche della gravidanza.

Le linee guida internazionali raccomandano:

  • monitoraggio ostetrico intensivo;

  • isolamento della paziente fino alla guarigione;

  • valutazione dell’uso del tecovirimat nei casi gravi, se i benefici superano i potenziali rischi;

  • vaccinazione post-esposizione entro pochi giorni dal contatto, con vaccino non replicante MVA-BN, che ha mostrato un buon profilo di sicurezza anche in gravidanza.

Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie

Il controllo del vaiolo delle scimmie si basa fortemente sulla prevenzione vaccinale. L’MVA-BN (Imvanex o Jynneos) è attualmente il principale vaccino utilizzato nei Paesi europei e nordamericani. Si tratta di un vaccino a virus vaccinia non replicante, derivato da un ceppo modificato di Vaccinia Ankara, capace di indurre una robusta risposta immunitaria senza i rischi associati ai vaccini vivi replicanti.

Il ciclo vaccinale prevede due dosi a distanza di 28 giorni, con un’efficacia stimata intorno all’85-90% nella prevenzione dell’infezione sintomatica.

Un secondo vaccino, ACAM2000, contenente virus vivo replicante, è ancora disponibile in alcuni Paesi, ma viene impiegato solo in contesti specifici a causa di un rischio maggiore di effetti collaterali, soprattutto in persone immunocompromesse.

Le strategie vaccinali prevedono:

  • vaccinazione pre-esposizione per personale sanitario, laboratoristi e soggetti ad alto rischio di esposizione;

  • vaccinazione post-esposizione entro 4 giorni dal contatto con un caso confermato per prevenire o attenuare la malattia;

  • vaccinazione selettiva nei gruppi di popolazione più esposti, in base alla valutazione epidemiologica locale.

Gli effetti collaterali del vaccino MVA-BN sono generalmente lievi: dolore nel sito di iniezione, malessere generale, febbricola e linfonodi reattivi. Gli eventi avversi gravi sono estremamente rari.

Il vaiolo delle scimmie, pur essendo nella maggior parte dei casi una malattia autolimitante, rappresenta un’importante sfida di salute pubblica globale. L’epidemia del 2022 ha evidenziato la capacità del virus di diffondersi rapidamente anche in contesti non endemici, richiedendo risposte coordinate da parte delle autorità sanitarie.

La diagnosi precoce, l’isolamento dei casi, la vaccinazione mirata e l’educazione sanitaria della popolazione sono strumenti essenziali per prevenire nuovi focolai. Grazie ai progressi scientifici e all’esperienza maturata, oggi è possibile affrontare l’infezione in modo efficace e limitare il suo impatto epidemiologico.

FAQ

Che differenza c’è tra vaiolo delle scimmie e AIDS?

Il vaiolo delle scimmie (mpox) e l’AIDS sono patologie completamente differenti per natura, trasmissione e decorso. Il vaiolo delle scimmie è causato da un virus a DNA (Monkeypox virus) e provoca un’infezione acuta e autolimitante. L’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) è la fase avanzata dell’infezione cronica da HIV, un retrovirus a RNA che attacca e distrugge i linfociti CD4+, compromettendo le difese immunitarie.

Sebbene non vi sia alcuna relazione diretta tra le due malattie, le persone affette da HIV non trattato o con immunodeficienza grave possono manifestare forme più severe e prolungate di vaiolo delle scimmie.

Come distinguere vaiolo delle scimmie e varicella?

Il vaiolo delle scimmie può essere confuso con altre malattie esantematiche, come la varicella, ma esistono differenze cliniche precise:

  • Evoluzione delle lesioni: nel vaiolo delle scimmie le lesioni sono tutte allo stesso stadio evolutivo, mentre nella varicella si osservano contemporaneamente vescicole, pustole e croste.

  • Distribuzione: il vaiolo delle scimmie colpisce spesso volto, mani, piedi e genitali, mentre la varicella si diffonde in modo più uniforme sul tronco.

  • Linfoadenopatia: è tipica del vaiolo delle scimmie e assente nella varicella.

La diagnosi differenziale si conferma tramite test molecolare (PCR) eseguito su un tampone delle lesioni cutanee.

Prenota ora una Visita Infettivologica

Cerca la prestazione medica di cui hai bisogno.

AutoreElty

Specializzati in tematiche di salute e benessere, ci impegniamo a fornirvi informazioni precise, aggiornate e facilmente accessibili per aiutarvi a vivere una vita più sana.

Chi siamo?
Elty è composto da un team di esperti in salute pubblica, nutrizionisti, medici e giornalisti scientifici. Uniamo le nostre diverse competenze per portarvi articoli che coprono un'ampia gamma di argomenti, dalla nutrizione alla salute mentale, dalla prevenzione delle malattie agli ultimi ritrovati della medicina.

La nostra missione
La nostra missione è chiarire il complesso mondo della salute e del benessere, rendendolo accessibile a tutti. Crediamo fermamente che un pubblico informato sia un pubblico più sano, e ci impegniamo a mantenervi aggiornati con contenuti affidabili e ben ricercati.