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Mononucleosi nei bambini: come gestire la malattia e i suoi sintomi

Revisionato da: Elty~August 07, 2024
9 minuti

Mononucleosi bambini: cosa è e chi se ne occupa

 

La mononucleosi è una malattia infettiva virale - nota in Italia nel linguaggio di tutti i giorni anche come “malattia del bacio” - che colpisce principalmente i soggetti giovani dai primissimi anni di età fino all’adolescenza.

La patologia è provocata dal virus Epstein-Barr che si trasmette nella maggioranza dei casi attraverso la saliva, anche se talvolta può diffondersi tramite altri fluidi corporei oppure tosse e starnuti. Ecco perché - oltre a colpire la fascia dell’adolescenza e della prima età adulta - la mononucleosi può infettare pure i bambini attraverso la condivisione di oggetti e di ambienti chiusi in cui stanno a stretto contatto per molto tempo.

La mononucleosi nei bambini è contagiosa ed è considerata una patologia virale acuta, pertanto i sintomi possono essere intensi ma generalmente si risolvono dal soli del corso di diverse settimane. Non esiste un trattamento ad hoc per debellare il virus, quindi la gestione della malattia si concentra sull’alleviare i sintomi e mantenere il bambino in una condizione più confortevole possibile durante la fase acuta.

L’infezione, a livello generico, si manifesta con una serie di sintomi che scatenano estrema fatica, febbre, mal di gola e ingrossamento dei linfonodi specialmente nel collo. Nei bambini invece i sintomi possono essere meno evidenti e talvolta la malattia passa inosservata o viene confusa con altre malattie virali tipiche dell’infanzia. In altre circostanze però i bambini possono accusare sintomi più tangibili e avere un decorso simile agli adulti con la stessa infezione.

La fatica e il mal di gola possono essere gestite con riposo adeguato, idratazione e, se necessario, con farmaci da banco per ridurre la febbre e il dolore. È importante controllare attentamente i bambini con mononucleosi perché, in rari casi, la patologia può portare a complicazioni più preoccupanti.

Statisticamente sono pochi i casi in cui la mononucleosi nei bambini è pericolosa, infatti si tratta di una malattia che tende a risolversi da sola senza causare problemi a lungo termine. D’altro canto possono esistere complicazioni più serie come ingrossamento della milza, problemi al fegato, al cuore e al sistema nervoso, ma parliamo di eventualità poco frequenti.

Per la mononucleosi nei bambini il primo specialista a cui rivolgersi è logicamente il pediatra, così da ricevere una prima valutazione dei sintomi ed eventualmente ordinare un test specifico per confermare la presenza del virus Epstein-Barr. Solo in rare situazioni più delicate, i genitori possono essere indirizzati a un pediatra infettivologo (esperto nelle infezioni dei bambini) oppure a un ematologo che può valutare e scongiurare potenziali rischi sul sangue o sulla milza.

Diciamo che, pur essendo legata soprattutto agli adolescenti, è importante essere a conoscenza della natura altamente contagiosa della mononucleosi bambini e delle misure preventive da adottare per evitare la diffusione del virus. I genitori devono avere la consapevolezza che pure le fasce di età più piccole possono essere infettate e che quindi diventa fondamentale rivolgersi subito a un esperto.

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Quanto dura la mononucleosi nei bambini

Soffermiamoci su quanto dura la mononucleosi nei bambini, anche dal punto di vista del periodo di incubazione, tenendo sempre conto che può manifestarsi in maniera differente in base all’età del soggetto interessato.

L’incubazione della mononucleosi nei bambini è generalmente racchiusa tra 4 e 6 settimane: questo è il tempo che trascorre tra l’esposizione al virus e la comparsa dei primi sintomi. Durante l’incubazione il bambino potrebbe non mostrare alcun segno della malattia ma essere contagioso.

Dopo che i sintomi iniziano a manifestarsi, la durata della patologia può variare. Febbre, mal di gola e gonfiore dei linfonodi durano al massimo 1-2 settimane, anche se il senso di debolezza può continuare per 4 settimane o persino per qualche mese.

Nei bambini sotto i 5 anni, la malattia spesso passa inosservata o compare con sintomi lievi simili a un classico raffreddore, mentre in quelli più grandi e negli adolescenti sono più marcati e hanno un impatto maggiore sulla vita quotidiana, pertanto anche il periodo di recupero è più lungo.

Nel complesso la durata media della mononucleosi nei bambini è di 4, 5, 6 settimane, ma il senso di malessere e la fatica possono persistere per 3-4 mesi a seconda della risposta individuale del bambino.

Mononucleosi sintomi bambini

Riconoscere i sintomi della mononucleosi nei bambini è meno semplice di quanto si possa pensare, perché possono essere da lievi a intensi oppure addirittura non presentarsi nitidamente. Di sicuro è molto contagiosa, persino nelle fasi di incubazione.

La mononucleosi nei bambini è pericolosa solo se trascurata e non trattata adeguatamente oppure nelle rarissime circostanze in cui va ad intaccare negativamente zone del corpo come milza, fegato o cuore. 

Vediamo quelli che sono i sintomi della mononucleosi più gestibili e frequenti nei bambini:

- Affaticamento estremo che può durare anche oltre la risoluzione degli altri sintomi. Il bambino può avvertire stanchezza e debolezza per diverso tempo;

- La febbre alta accompagna di solito la mononucleosi sintomi bambini sin dall’inizio e può durare da pochi giorni fino a 2 settimane;

- Il mal di gola è un altro sintomo diffusissimo, che può arrivare ad essere piuttosto intenso rendendo difficile deglutire;

- L’ingrandimento dei linfonodi, sopratutto nel collo e sotto le braccia, è un altro segno tipico della malattia. I linfonodi possono risultare sensibili e ingrossati.

Adesso elenchiamo i sintomi mononucleosi nei bambini più rari e a volte preoccupanti:

- L’ingrandimento della milza è un sintomo che richiede particolare cautela e monitoraggio, quindi è consigliato evitare attività fisica;

- Il mal di testa può sembrare comune, ma a volte si fa molto insistente e desta preoccupazione nel genitore;

- La perdita di appetito è spesso correlata ad altri mononucleosi sintomi bambini quali mal di gola e difficoltà di deglutizione;

- Il dolore muscolare diffuso può di rado colpire i bambini con mononucleosi;

- L’eruzione cutanea può essere sviluppata in particolare se la pelle reagisce a trattamenti di antibiotici come l’ampicilllina.

Mononucleosi bambini: quando preoccuparsi?

Abbiamo già spiegato che i sintomi della mononucleosi nei bambini non devono destare particolare allarme per i genitori, ma ci sono casi più rari in cui è lecito attivarsi immediatamente per consultare uno specialista.

Ecco una breve selezione di sintomi utile a spiegare quando preoccuparsi per la mononucleosi nei bambini:

- Difficoltà respiratoria;

- Forte dolore addominale;

- Persistenza della febbre alta;

- Prolungata debolezza e fatica;

- Confusione e mal di testa;

- Eccessivo gonfiore dei linfonodi;

- Sanguinamento o ematomi;

- Eruzione cutanea improvvisa.

Mononucleosi bambini 2 anni: come gestirla

La mononucleosi nei bambini di 2 anni si presenta in maniera più silenziosa rispetto ad adolescenti o adulti, rendendo talvolta più difficile la diagnosi immediata.

I sintomi in bambini di questa età possono includere febbre moderata, irritabilità, perdita di appetito e, meno frequentemente, gonfiore dei linfonodi e mal di gola. A differenza degli adolescenti, i bambini piccoli mostrano raramente la classica fatica estrema o l’ingrossamento della milza.

La mononucleosi bambini 2 anni va gestita e trattata con il riposo, l’idratazione, l’uso di paracetamolo o ibuprofene per contrastare la febbre e infine regolando l’alimentazione con pasti piccoli e nutrienti.

Il monitoraggio del decorso della malattia è indispensabile, così come tenersi sempre in stretto contatto col pediatra.

Quanto detto in questo paragrafo vale pure per la mononucleosi bambini di 3 anni e la mononucleosi bambini di 4 anni, poiché nella fascia 2-5 anni la malattia si presenta spesso nella stessa maniera e quindi prevenzione e trattamento sono le medesime.

Mononucleosi bambini: cause

Le cause della mononucleosi sono ormai conosciute dalla scienza e il fattore scatenante principale è il virus Epstein-Barr (EBV), che fa parte della famiglia degli Herpesvirus: la loro caratteristica principale è che rimangono a vita nel corpo pur in modo latente e senza creare problemi in futuro, anche se possono occasionalmente ripresentarsi in periodi di forte stress o sistema immunitario indebolito.

La malattia si trasmette il più delle volte con la saliva, da qui nasce il soprannome “malattia del bacio”, ma nei bambini può avvenire anche con altri mezzi come condividendo giocattoli, bicchieri, posate oppure con il contatto diretto di goccioline di saliva (in particolare starnuti o tosse). Ciò si verifica logicamente molto di frequente nelle scuole e negli impianti sportivi.

Con minor probabilità, è stato accertato che la mononucleosi bambini sia causata dal Citomegalovirus (CMV), che fa sempre parte della famiglia Herpesvirus e che attacca soprattutto i bambini piccoli con un sistema immunitario compromesso: i suoi sintomi sono praticamente gli stessi della mononucleosi tradizionale risultando per lo più lievi.

Ancor più raramente esistono altri virus come l’epatite A, B o C e l’HIV che provocano gli stessi sintomi della mononucleosi.

Mononucleosi bambini: cura e rimedi

In questo paragrafo approfondiamo come si cura la mononucleosi nei bambini, ribadendo come in realtà non esista una cura specifica che possa eliminare il virus. L’importante è diminuire i sintomi e supportare il sistema immunitario del piccolo.

Quando i sintomi sono leggeri, la cura a casa è il rimedio più efficace. Il bambino deve essere tenuto a riposo, evitando attività fisiche stancanti, poi deve essere adeguatamente idratato tramite l’assunzione frequente di liquidi come brodo caldo o succhi di frutta, specie se ha la febbre alta.

Per gestire il mal di gola e la febbre, si somministrano di solito i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene o il paracetamolo. Molto di rado invece vengono adottati i corticosteroidi, ma solo se ci sono complicazioni alle tonsille che impediscono di respirare correttamente. Chiaramente ogni farmaco va usato seguendo le indicazioni del pediatra, anche per evitare possibili effetti collaterali.

In casi di sintomi più gravi, dove il bambino sperimenta notevole disagio o complicazioni, la consulenza medica è fondamentale. Anche se raramente necessario, il trattamento ospedaliero può essere richiesto per gestire problemi come significative difficoltà respiratorie, disidratazione severa o altri problemi medici emergenti.

Una cosa è certa, la cura della mononucleosi nei bambini richiede pazienza, perché i sintomi possono durare varie settimane, mettendo a dura prova la sopportazione dell’individuo. Per cui mantenere un ambiente calmo, confortevole e rilassato può sicuramente aiutare il bambino durante la lunga convalescenza.

Mononucleosi bambini ricovero

Il ricovero è un’eventualità davvero rara, che si può verificare solo in determinate circostanze critiche.

Il ricovero avviene esclusivamente se si presentano sintomi che diventano ingestibili da casa, come la forte difficoltà respiratoria causata dall’ingrossamento delle tonsille o della milza, una grave disidratazione perché il bambino assume pochi liquidi oppure se ci sono segni di un coinvolgimento neurologico o cardiaco.

La mononucleosi bambini ricovero può altrimenti essere necessaria se si sospetta una rottura della milza o se emergono condizioni mediche acute che richiedono sorveglianza continua e trattamenti intensivi disponibili solo in strutture ospedaliere.

FAQ Mononucleosi bambini: le risposte alle domande più frequenti

Cos’è la mononucleosi nei bambini? 

Comprendere cos’è la mononucleosi nei bambini è semplice, perché la causa più diffusa è il virus Epstein-Barr, che è altamente contagioso e si trasmette attraverso saliva, goccioline o condivisione di oggetti. Si tratta di una malattia infettiva virale che non può essere completamente eliminata dal corpo ma i cui sintomi vengono combattuti e risolti entro 4-6 settimane.

Come capire se il bambino ha la mononucleosi?

Per la mononucleosi i sintomi più diffusi sono febbre persistente, mal di gola severo, linfonodi ingrossati nel collo e sotto le braccia, stanchezza e indebolimento, mentre più di rado ingrossamento della milza o del fegato. Se il tuo piccolo presenta tali sintomi, consulta subito il tuo pediatra di fiducia.

Il bambino che ha la mononucleosi può uscire?

Specialmente durante la fase acuta della mononucleosi, è importante tenerlo a riposo. Può uscire quando i sintomi non causano più problemi e si sente abbastanza bene, ma sempre evitando attività fisiche intense o di avere contatti con altri bambini per impedire la trasmissione del virus.

Chi ha la mononucleosi può andare a scuola?

In genere il bambino con mononucleosi non deve frequentare la scuola fino a quando non sta meglio e i sintomi come febbre e mal di gol sono risolti. Anche perché parliamo di una malattia molto contagiosa, quindi bisogna attendere che il medico dia l’ok dopo un’attenta valutazione.

Quanto tempo si deve stare a casa con la mononucleosi bambini? 

Il tempo in cui si deve restare a casa dipende dalla severità dei sintomi. Spesso devono restare a casa 1-2 settimane prima di poter riprendere le attività quotidiane, ma dato che la stanchezza può durare a lungo è consigliabile aspettare fino a quando non ha recuperato sufficienti forze. Anche in questo caso è importante sentire il parere del pediatra.

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