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Laringite: cos’è, sintomi, cause, durata e rimedi utili

~December 23, 2025
11 minuti
laringite

La laringite è un’infiammazione della laringe, cioè la “scatola della voce” dove si trovano le corde vocali. Quando la laringe si irrita o si gonfia, la voce cambia: può diventare roca, più debole, spezzata, oppure sparire quasi del tutto. È un disturbo molto comune, spesso legato a infezioni virali stagionali o a un uso intenso della voce (urlare, parlare a lungo, cantare senza pause). Nella maggior parte dei casi è fastidiosa ma non pericolosa e migliora con misure semplici. In altri casi, invece, è un campanello d’allarme che merita una valutazione medica, soprattutto se i sintomi non passano o se compaiono difficoltà a respirare.

In questa guida trovi una panoramica completa e comprensibile: cos’è la laringite, quali sono i sintomi tipici, quanto dura, quali sono le cause più frequenti, come distinguere le forme acute da quelle croniche e cosa puoi fare concretamente per sentirti meglio. Le informazioni sono generali e non sostituiscono il parere del medico: se hai dubbi o sintomi importanti, è sempre meglio chiedere una valutazione.

Cos’è la laringite e perché cambia la voce

La laringe è un tratto delle vie respiratorie che collega la faringe alla trachea e ha due funzioni cruciali: far passare l’aria verso i polmoni e permettere la produzione della voce tramite la vibrazione delle corde vocali. Quando la mucosa che riveste la laringe si infiamma, tende a gonfiarsi e a produrre più secrezioni. Questo altera la vibrazione delle corde vocali e spiega perché la voce diventa roca o afona.

Un modo utile per immaginare cosa succede è pensare alle corde vocali come a due “lembo” che devono chiudersi e vibrare in modo regolare. Se sono irritate, gonfie o ricoperte di muco, non riescono a muoversi in modo fluido. Da qui derivano la sensazione di voce stanca, lo sforzo nel parlare, il bisogno continuo di schiarirsi la gola e, a volte, anche una tosse secca che peggiora di notte o quando si parla a lungo.

Sintomi della laringite: come si riconosce

I sintomi della laringite possono variare per intensità e durata, ma in genere ruotano intorno a voce e gola. Il segno più tipico è la raucedine (disfonia), cioè una voce “sporca”, più bassa o metallica, che può peggiorare nell’arco della giornata. In alcuni casi compare afonia, ovvero quasi completa perdita della voce. Spesso si associano bruciore o fastidio alla gola, necessità di schiarirsi spesso la voce e tosse secca o stizzosa.

Altri sintomi possibili sono sensazione di corpo estraneo, gola secca, lieve dolore nel parlare, febbricola e stanchezza, soprattutto quando la laringite fa parte di un’infezione delle vie respiratorie superiori. Nei bambini, e più raramente negli adulti, l’infiammazione può dare un respiro più rumoroso o “sibilante” (stridore), che va considerato con attenzione perché può indicare un restringimento delle vie aeree. Se compare difficoltà respiratoria, non aspettare: serve una valutazione medica rapida.

Cause più comuni: virus, sforzo vocale, reflusso e irritanti

Le cause della laringite si dividono in grandi categorie. La più frequente è l’origine virale: gli stessi virus che provocano raffreddore o sindromi simil-influenzali possono infiammare anche la laringe. In queste situazioni la laringite arriva insieme a naso chiuso, catarro, malessere generale e tosse. Nei mesi freddi è particolarmente comune, ma può verificarsi tutto l’anno.

Un’altra causa molto comune è lo sforzo vocale: parlare per ore, urlare allo stadio, lavorare in ambienti rumorosi, cantare senza tecnica o senza pause può irritare le corde vocali e causare disfonia anche senza febbre o altri sintomi da raffreddamento. Anche il colpo di tosse ripetuto, “grattare” la gola e schiarirsi continuamente possono mantenere l’irritazione, creando un circolo vizioso.

Un capitolo importante è il reflusso: il contatto ripetuto con contenuti acidi provenienti dallo stomaco può irritare la laringe, soprattutto di notte o al mattino. Se oltre alla voce rauca avverti bruciore retrosternale, rigurgito acido o tosse notturna, può esserci un ruolo del reflusso gastroesofageo. In questi casi le misure di stile di vita (pasti più leggeri, evitare di coricarsi subito dopo cena, ridurre alcol e cibi irritanti) possono essere molto utili, ma è bene parlarne con il medico se i disturbi sono frequenti.

Infine ci sono gli irritanti ambientali: fumo di sigaretta (anche passivo), aria secca, polveri, vapori chimici, inquinamento e sbalzi di temperatura. Anche alcune forme di allergia possono favorire irritazione delle vie aeree e tosse, contribuendo a infiammare la laringe. La combinazione di più fattori è molto comune: per esempio un raffreddore virale in una persona che fuma e parla molto per lavoro può dare sintomi più intensi e più lunghi.

Laringite acuta e laringite cronica: differenze e durata

La laringite acuta è quella che compare all’improvviso e dura in genere pochi giorni fino a 1–2 settimane. Spesso è legata a virus o a un evento scatenante chiaro (una serata a urlare, una forte esposizione a fumo o aria fredda). Di solito migliora gradualmente con riposo vocale e cure di supporto.

Si parla invece di laringite cronica quando la raucedine o il fastidio laringeo persistono per più settimane, in particolare oltre 3 settimane, oppure si ripresentano spesso. In questi casi le cause possono includere irritanti (fumo), reflusso, uso scorretto della voce, allergie persistenti, alcuni farmaci che seccano le mucose, o condizioni che meritano approfondimento. La regola pratica è semplice: se la voce resta alterata senza migliorare, o se la laringite ritorna frequentemente, è consigliabile una valutazione medica e spesso un controllo otorinolaringoiatrico con osservazione della laringe.

Laringite, faringite e tonsillite: come distinguerle

È normale fare confusione tra disturbi “di gola”, perché i sintomi si sovrappongono. La laringite colpisce soprattutto la voce: raucedine e afonia sono i segnali principali. La faringite riguarda più la parte posteriore della gola (faringe) e dà spesso dolore a deglutire, gola arrossata e bruciore, a volte con febbre. La tonsillite coinvolge le tonsille e può dare dolore marcato, febbre, alito cattivo e, talvolta, placche.

Detto questo, le condizioni possono coesistere: un’infezione virale può iniziare come mal di gola e poi “scendere” verso la laringe, oppure infiammare più zone insieme. Se la febbre è alta, compaiono placche, linfonodi molto dolenti o peggioramento rapido, conviene consultare il medico per capire se sia necessario un approfondimento.

Quanto dura la laringite e quando la voce torna normale

La domanda più frequente è: “Quando mi torna la voce?”. Nella maggior parte dei casi di laringite acuta la raucedine migliora in 3–7 giorni e si risolve entro 10–14 giorni. Tuttavia la voce può restare più fragile per un po’, soprattutto se continui a parlare molto o se l’aria è secca. È utile sapere che “forzare” la voce quando è ancora infiammata può allungare i tempi.

Se dopo due settimane non noti un chiaro miglioramento, oppure se la raucedine dura oltre 3 settimane, è prudente farsi valutare. Non significa automaticamente qualcosa di grave, ma è la soglia temporale oltre la quale è corretto cercare la causa e proteggere le corde vocali.


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Rimedi utili a casa: cosa fare (davvero) quando hai laringite

Con la laringite, le misure più efficaci sono spesso le più semplici. La prima è il riposo vocale: ridurre al minimo le conversazioni, evitare di parlare sopra i rumori, non cantare e soprattutto non sussurrare. Può sembrare strano, ma sussurrare spesso affatica ancora di più la laringe perché costringe a una vibrazione “innaturale”. Se devi comunicare, meglio frasi brevi a voce normale ma bassa e rilassata.

L’idratazione è il secondo pilastro: bere regolarmente aiuta a mantenere umide le mucose e a rendere più fluide le secrezioni. Anche l’umidificazione dell’aria, specie in inverno con riscaldamento acceso, può dare sollievo. Docce calde o inalazioni di vapore possono aiutare alcune persone a percepire meno secchezza, ma devono essere fatte con attenzione per evitare scottature e non sono una “cura” in senso stretto: sono un supporto.

Un altro punto chiave è evitare irritanti: sospendere il fumo (anche temporaneamente) e ridurre l’esposizione a polveri, spray e profumi intensi. Se tossisci molto, prova a proteggere la gola con sorsi d’acqua, miele (se non ci sono controindicazioni e non nei bambini sotto 1 anno) e pause vocali. Per molte persone è utile anche evitare alcol e cibi molto speziati se notano che aumentano bruciore e tosse.

Farmaci: cosa può avere senso e cosa evitare

Nel gestire i sintomi, alcuni farmaci da banco possono essere d’aiuto, ma vanno usati con prudenza e seguendo le indicazioni in etichetta o del medico/farmacista. Se hai dolore o febbre, un antipiretico/analgesico può ridurre il fastidio: molte persone usano paracetamolo secondo le indicazioni. In alternativa, in assenza di controindicazioni, alcuni ricorrono a antinfiammatori come l’ibuprofene, ma non sono adatti a tutti (per esempio in caso di alcuni problemi gastrici, renali o con altri farmaci in corso). Se hai dubbi, chiedi al medico o al farmacista.

Gli antibiotici non sono utili nella maggior parte delle laringiti, perché spesso la causa è virale. L’antibiotico va preso solo quando un medico valuta che ci siano criteri per sospettare un’infezione batterica o altre condizioni specifiche. In particolare, evitare l’automedicazione antibiotica è importante anche per limitare resistenze e effetti collaterali. Se il medico prescrive un antibiotico, può scegliere molecole come l’amoxicillina in base al quadro clinico, ma la scelta non è “standard” per tutti e non è automatica nella laringite.

In alcune situazioni selezionate, soprattutto quando c’è un importante gonfiore o una componente infiammatoria marcata, il medico può valutare un cortisonico. È un’opzione che va sempre personalizzata, perché non è priva di effetti collaterali e non è indicata in ogni caso. Se vuoi capire meglio quando e perché viene usato, qui trovi una guida al cortisone.

Laringite in bambini: attenzione ai segnali respiratori

Nei bambini la laringe è più piccola e anche un gonfiore moderato può dare sintomi più rumorosi. Quando un bimbo ha voce roca e tosse “abbaiante”, soprattutto di notte, può trattarsi di una forma chiamata laringite subglottica (spesso di origine virale). Non è una diagnosi fai-da-te: è un esempio per spiegare perché, in età pediatrica, alcuni segnali richiedono più attenzione.

È importante contattare il pediatra o cercare assistenza urgente se compaiono difficoltà a respirare, rientramenti tra le costole, labbra che tendono al bluastro, eccessiva sonnolenza o agitazione, incapacità di bere, o se il respiro diventa molto rumoroso. In generale, con i bambini è meglio un confronto precoce quando il quadro non è chiaro o quando i sintomi peggiorano rapidamente.

Laringite e gravidanza: cosa fare con prudenza

In gravidanza la laringite è spesso virale o legata a reflusso, che può aumentare nei mesi di gestazione. Le misure non farmacologiche restano la base: idratazione, riposo vocale, umidificazione dell’aria ed evitamento degli irritanti. Per i farmaci, è importante non improvvisare: anche i prodotti da banco vanno scelti con attenzione in base al trimestre e alla storia clinica. In caso di febbre, dolore importante o sintomi persistenti, confrontati con il medico o con il ginecologo.

Quando consultare il medico: segnali da non ignorare

Molte laringiti si risolvono da sole, ma ci sono situazioni in cui è opportuno farsi valutare. Contatta il medico se la raucedine dura oltre 2–3 settimane, se hai febbre alta persistente, se il dolore è intenso o peggiora, se compaiono placche, difficoltà a deglutire, disidratazione o tosse con sangue. Anche la presenza di difficoltà respiratoria, respiro rumoroso importante o sensazione di “mancanza d’aria” richiede attenzione rapida, soprattutto nei bambini e negli anziani.

Un altro scenario in cui vale la pena non rimandare è quando la voce cambia senza un motivo evidente (nessun raffreddore, nessuno sforzo vocale) o quando il disturbo si ripete spesso. In chi fuma o ha fumato a lungo, la raucedine persistente merita sempre una valutazione accurata: nella maggior parte dei casi la causa è benigna, ma la regola prudente è controllare.

Prevenzione: come ridurre il rischio di laringite

Prevenire la laringite significa soprattutto ridurre irritazione e infezioni. Se usi molto la voce per lavoro, prova a programmare pause vocali, idratarti regolarmente e usare strategie per parlare senza sforzo (microfono in aula o in palestra, abbassare il rumore di fondo quando possibile). Curare l’aria di casa, evitando ambienti troppo secchi, può ridurre secchezza e tosse.

Limitare o sospendere il fumo è una delle scelte più efficaci per proteggere la laringe nel tempo. Se soffri di reflusso, intervenire con abitudini alimentari e di postura (pasti serali più leggeri, evitare di sdraiarsi subito dopo cena, ridurre caffè e alcol se peggiorano i sintomi) può fare la differenza anche sulla qualità della voce. Infine, in stagione influenzale, igiene delle mani, ventilazione degli ambienti e vaccinazione per chi è eleggibile sono strumenti utili di prevenzione delle infezioni respiratorie.

Domande frequenti sulla laringite (FAQ)

La laringite è contagiosa?

La laringite in sé è un’infiammazione; può essere contagiosa se è causata da un virus (perché è contagiosa l’infezione respiratoria). Se invece dipende da sforzo vocale, fumo o reflusso, non è contagiosa.

Quanto dura la laringite e quando devo preoccuparmi?

Spesso dura pochi giorni e migliora entro 1–2 settimane. È consigliabile sentire il medico se la raucedine non migliora o dura oltre 2–3 settimane, oppure se compaiono difficoltà respiratoria, febbre alta persistente o peggioramento netto dei sintomi.

È meglio parlare poco o sussurrare?

È meglio parlare poco e con voce naturale, bassa e rilassata. Sussurrare può affaticare la laringe e prolungare i tempi di recupero.

Gli antibiotici servono per la laringite?

Nella maggior parte dei casi no, perché la causa è virale o irritativa. Gli antibiotici si usano solo se il medico sospetta o conferma una causa batterica o un’altra condizione specifica.

Il reflusso può causare laringite?

Sì, il reflusso può irritare la laringe e dare raucedine, tosse e bisogno di schiarirsi la gola, spesso più evidenti al mattino. Se i sintomi sono frequenti o persistenti, è utile parlarne con il medico.

Quali bevande o abitudini aiutano davvero?

Aiutano idratazione regolare, aria più umida e riposo vocale. In molte persone sono utili bevande tiepide e miele (non sotto 1 anno). È meglio evitare fumo, alcol e sostanze irritanti, soprattutto finché la voce non si stabilizza.


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