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Occhio di pernice: cause, sintomi e rimedi efficaci per riconoscerlo e rimuoverlo

~December 02, 2025
9 minuti
piede con occhio di pernice

Occhio di pernice: cause, sintomi e rimedi efficaci per riconoscerlo e rimuoverlo

L'occhio di pernice, o tiloma (dal greco tylos, che significa callo), è una delle più comuni e fastidiose affezioni podologiche. Sebbene sia spesso liquidato come un semplice callo, si distingue per la sua intensa dolorabilità e la sua struttura unica. Si tratta di un ispessimento circoscritto della pelle (ipercheratosi) che si sviluppa in risposta a un'eccessiva e costante stimolazione meccanica, ovvero pressione e attrito. La sua prevalenza è elevata, in particolare tra gli adulti e gli anziani, ed è strettamente correlata alle abitudini di calzatura e alla conformazione biomeccanica del piede.

A differenza delle callosità diffuse, che coprono aree più ampie e hanno una funzione protettiva meno dolorosa, l'occhio di pernice concentra la sua durezza in un punto focale. Questo nucleo, simile a un cono o una spina, penetra in profondità negli strati cutanei, premendo dolorosamente sui recettori nervosi del derma sottostante e causando il tipico dolore acuto e pungente che si avverte camminando. 

Che cosa è l’occhio di pernice?

L'occhio di pernice è una reazione difensiva dell'organismo, una sorta di "corazza" localizzata che la pelle produce per proteggere il tessuto sottostante da una minaccia meccanica esterna. Tuttavia, questa difesa diventa essa stessa la fonte del problema.

La pelle è composta da diversi strati; l'epidermide, lo strato più esterno, è responsabile della produzione di cheratina. Nelle zone sottoposte a stress ripetuto, come la pianta del piede o il dorso delle dita, il ciclo di vita delle cellule cutanee accelera, portando a un accumulo anomalo di cheratina morta. Questo processo si chiama ipercheratosi.

Nel caso del tiloma, questa ipercheratosi non è uniforme. L'occhio di pernice sviluppa una struttura conica, dove la punta (il nucleo) è orientata verso l'interno, nel derma. Questo nucleo, estremamente denso e duro, è ciò che si percepisce come un corpo estraneo sotto la pelle. Il suo diametro esterno è solitamente ridotto (pochi millimetri), ma la sua profondità è la chiave del dolore.

I tipi di occhio di pernice

Gli specialisti distinguono tre principali tipologie in base alla localizzazione e alla consistenza:

  1. Occhio di pernice duro (Eloma Durum): è il tipo più comune. Si forma sulle superfici cutanee dove l'osso è prominente e c'è attrito contro la scarpa (ad esempio, sul dorso delle articolazioni interfalangee, il lato esterno del quinto dito o la pianta del piede in corrispondenza delle teste metatarsali). Ha una consistenza secca, cerosa, e il suo nucleo è chiaramente visibile e molto doloroso alla palpazione diretta.

  2. Occhio di pernice molle: descritto in dettaglio più avanti, si sviluppa esclusivamente tra le dita dei piedi. A causa della costante sudorazione e dell'ambiente umido, la cheratina si ammorbidisce (macerazione), rendendo la lesione gommoso-molle e spesso biancastra. La sua causa è l'attrito osso-su-osso, e può essere complicato da micosi.

  3. Occhio di pernice miliare: sono piccoli tilomi puntiformi, spesso multipli e asintomatici, che si manifestano tipicamente sulla pianta del piede e non sono direttamente causati da attrito localizzato, ma da una disfunzione delle ghiandole sudoripare e dalla secchezza cutanea.

Quale è la differenza tra occhio di pernice e verruca?

La distinzione è cruciale, poiché trattare un occhio di pernice come una verruca (o viceversa) non solo è inefficace ma può peggiorare la situazione. La verruca plantare è di natura infettiva, mentre il tiloma è di natura meccanica.

Occhio di pernice

  • Eziologia: Eccessiva pressione e frizione costante.

  • Contagio: Non contagioso.

  • Aspetto superficiale: Lesione liscia o cerosa, con un nucleo centrale duro e traslucido.

  • Punti neri: Assenti.

  • Dolore alla pressione: Dolore acuto, accentuato dalla pressione verticale (ad esempio quando si cammina).

  • Localizzazione: Principalmente su punti di pressione o sporgenze ossee.

Verruca

  • Eziologia: Infezione da Papillomavirus Umano (HPV).

  • Contagio: Altamente contagiosa, soprattutto in ambienti umidi (piscine, palestre).

  • Aspetto superficiale: Lesione granulare, talvolta con aspetto a “cavolfiore” o a mosaico.

  • Punti neri: Spesso presenti: sono capillari trombizzati (coaguli di sangue) tipici dell’infezione virale.

  • Dolore alla pressione: Il dolore compare spesso con compressione laterale (pizzicando i lati della lesione).

  • Localizzazione: Può comparire ovunque sulla pianta del piede o sulle dita.

Un errore comune è tentare di rimuovere una verruca con l'acido salicilico per calli, il che può causare la diffusione del virus, o tentare di congelare un tiloma (crioterapia), il che non risolve la causa meccanica e può danneggiare inutilmente il tessuto sano.

Come riconoscere l’occhio di pernice?

Il riconoscimento è prevalentemente clinico, basato sull'osservazione e sulla sintomatologia riferita dal paziente.

I sintomi dell’occhio di pernice

La manifestazione chiave è il dolore, la cui intensità può variare da un fastidio lieve a un dolore così lancinante da alterare la deambulazione (claudicazione antalgica).

  • Dolore acuto e focalizzato: è descritto come la sensazione di camminare su una scheggia o un piccolo sasso. Il dolore è massimo quando la pressione è applicata direttamente sul centro della lesione.

  • Aumento del colore con le calzature: il disagio aumenta drasticamente indossando scarpe strette, con tacchi alti o a suola rigida che non consentono al piede di adattarsi.

  • sensazione di pressione interna: anche a riposo, in alcuni casi, si può avvertire una sensazione di tensione o di corpo estraneo all'interno del piede.

Le cause dell’occhio di pernice

L'occhio di pernice ha un'eziologia puramente meccanica. È il risultato di una legge fisica: la pressione è uguale alla forza divisa per l'area. Quando l'area di contatto diminuisce drasticamente (come nel caso di una sporgenza ossea), la pressione locale aumenta in modo esponenziale.

Le scarpe sbagliate fanno venire l’occhio di pernice?

La causa più diretta e prevenibile è l'uso di scarpe non adatte.

  • Scarpe strette o a punta: comprimono le dita, aumentano la pressione sulle teste metatarsali e, nel caso del quinto dito, lo sfregano contro la parete interna della scarpa.

  • Tacchi alti: inclinano il piede in avanti, sovraccaricando l'avampiede. Questo stress innaturale aumenta l'attrito e la compressione, specialmente sulle dita.

  • Calzature con suole sottili o rigide: Non offrono sufficiente ammortizzazione e non permettono una corretta flessione del piede, forzando la pelle a sopportare l'impatto diretto con il suolo o la superficie interna della scarpa.

  • Cuciture interne difettose: Anche una piccola cucitura interna posizionata in un punto di pressione può agire come un micro-trauma costante, innescando la risposta ipercheratosica.

Deformità congenite

Le alterazioni della struttura ossea del piede sono spesso la causa principale, creando il presupposto anatomico per il tiloma.

  • Dita a martello, a mazzuolo: sono deformità in cui una o più dita si flettono in modo permanente, facendo sporgere l'articolazione superiore. Questo punto osseo sporgente è destinato a sfregare contro la tomaia della scarpa, dando origine all'occhio di pernice duro.

  • Alluce valgo: sebbene la callosità si concentri sull'alluce, la deviazione di quest'ultimo può alterare l'allineamento delle dita adiacenti, provocando attriti insoliti tra il secondo e il terzo dito (occhio di pernice molle).

  • Piede piatto o cavo: queste anomalie nella volta plantare alterano la distribuzione del carico durante la deambulazione, concentrando il peso su aree specifiche che dovrebbero essere protette.

Fattori legati all’età

Con l'invecchiamento, si verifica un fenomeno noto come atrofia del pannicolo adiposo plantare. Il grasso che agisce da cuscino naturale sotto le teste metatarsali si assottiglia e perde elasticità. Senza questo strato protettivo, le ossa premono più direttamente sulla pelle e sui nervi, facilitando la formazione di callosità e tilomi profondi.


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I rimedi contro l’occhio di pernice

Il successo nel trattamento dell'occhio di pernice si basa su una strategia combinata: alleviare immediatamente il dolore rimuovendo la porzione ipercheratosica e, contemporaneamente, correggere la causa meccanica che ha portato alla sua formazione.

La visita dermatologica

È fondamentale che la visita dermatologica specialistica sia il punto di partenza. Il ruolo del dermatologo o, ancora meglio, del podologo (il professionista sanitario specializzato nel trattamento delle affezioni del piede), è cruciale per diversi motivi:

  1. Diagnosi differenziale: solo un professionista può distinguere in modo definitivo un tiloma da una verruca o da un'altra lesione.

  2. Rimozione professionale (enucleazione): il podologo procede all'enucleazione (o toilette podologica) dell'occhio di pernice. Questa procedura, eseguita con bisturi monouso o micromotori (frese), consiste nella rimozione indolore dello strato ipercheratosico e del nucleo conico centrale. Questo processo offre un sollievo immediato. Tentativi casalinghi con strumenti non sterili o inappropriati possono causare infezioni gravi o lesioni profonde.

  3. Analisi biomeccanica: lo specialista valuterà la postura, l'andatura e la forma del piede per identificare la sporgenza ossea o l'attrito responsabile, e proporre la soluzione preventiva.

Trattamenti Farmacologici (Cheratolitici)

I trattamenti topici agiscono grazie a sostanze cheratolitiche, che hanno la capacità di sciogliere la cheratina. L’acido salicilico è l'agente più comune, disponibile in cerotti o soluzioni liquide in diverse concentrazioni (tipicamente dal 10% al 40%). Funziona ammorbidendo e distruggendo chimicamente l'ispessimento cutaneo.

Terapia di scarico e prevenzione 

Una volta rimosso il nucleo, la prevenzione è l'unica vera cura per evitare la recidiva.

  • Dispositivi in silicone: sono realizzati su misura dal podologo per correggere o ammorbidire l'area di attrito.

    • Per l'occhio di pernice molle: Vengono usati separatori interdigitali per mantenere separate le dita e prevenire il contatto osso-su-osso.

    • Per l'occhio di pernice duro: Vengono create protezioni (anelli o cunei) che scaricano la pressione dal punto focale, distribuendola sulle zone adiacenti.

  • Plantari funzionali: se la causa è una disfunzione biomeccanica o una pressione anomala sulla pianta, i plantari su misura riallineano il piede e redistribuiscono il carico in modo uniforme, eliminando l'eccessiva pressione sulle teste metatarsali.

  • Igiene e calzature: sostituire le scarpe strette con modelli anatomici e comodi, con una punta ampia e un buon sostegno plantare. L'uso di calze adeguate e che assorbono l'umidità è altrettanto importante.

Quando si procede con la rimozione chirurgica?

La rimozione chirurgica dell'occhio di pernice non si riferisce mai alla rimozione della pelle indurita, ma alla correzione della deformità ossea strutturale che ne è la causa.

L'intervento chirurgico è l'ultima risorsa ed è preso in considerazione solo quando:

  1. Fallimento della terapia conservativa: tutte le misure non chirurgiche (plantari, ortesi, cambio di calzature, trattamenti podologici periodici) si sono rivelate inefficaci e il tiloma continua a ricorrere in modo doloroso e invalidante.

  2. Deformità ossea primaria: la presenza di deformità ossee significative, come dita a martello rigide, alluce valgo avanzato o esostosi (speroni ossei) che rendono impossibile l'uso di qualsiasi calzatura.

Tipi di Intervento:

  • Osteotomia: consiste nel tagliare o rimodellare un piccolo segmento osseo (spesso una falange o la testa metatarsale) per correggere l'allineamento del dito e rimuovere il punto di sporgenza che genera il conflitto.

  • Artroplastica: nel caso del dito a martello, può comportare la rimozione di una porzione dell'articolazione per consentire al dito di raddrizzarsi e non premere più contro la scarpa.

Questi interventi sono eseguiti dal chirurgo ortopedico del piede e, se eseguiti correttamente, eliminano definitivamente la causa anatomica del tiloma. Il recupero post-operatorio può richiedere alcune settimane, ma è l'unica soluzione per le lesioni refrattarie.

FAQ - Domande frequenti sull'occhio di pernice

Può comparire l’occhio di pernice tra le dita dei piedi?

Questo tipo di tiloma si sviluppa tipicamente nello spazio interdigitale, soprattutto tra il quarto e il quinto dito o tra il primo e il secondo. A differenza dell'occhio di pernice duro, la pelle è costantemente umida a causa del sudore e della ridotta ventilazione, rendendo la lesione morbida e macerata (da cui il nome "molle").

Che differenza c’è tra callo e occhio di pernice?

La distinzione, sebbene sottile a livello di genesi (entrambi sono ipercheratosi da pressione), è fondamentale per il trattamento e la sintomatologia.

Callo

  • Definizione: Ispessimento cutaneo esteso e piatto, con bordi indefiniti.

  • Struttura interna: Strati di cheratina uniformi e superficiali.

  • Funzione: Protezione su larga scala (ammortizzazione).

  • Dolore: Sordo, bruciore o fastidio; scompare se l’area viene scaricata.

  • Localizzazione prevalente: Pianta del piede (calcagno, teste metatarsali), palmi delle mani.

  • Rischio di recidiva: Minore; risolvibile con semplice limatura e creme idratanti.

Occhio di pernice

  • Definizione: Ispessimento cutaneo circoscritto, con forma conica e bordi netti.

  • Struttura interna: Nucleo ipercheratosico duro e conico, che si dirige verso il derma.

  • Funzione: Difesa iper-localizzata che fallisce e diventa patogena.

  • Dolore: Acutissimo e pungente alla pressione centrale, dovuto alla compressione nervosa.

  • Localizzazione prevalente: Punti di sporgenza ossea (dorso o lato delle dita) o tra le dita.

  • Rischio di recidiva: Elevato, se non si corregge la causa meccanica (osso sporgente/scarpa).

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