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Setticemia: significato, cause, sintomi e cure. Differenze con la sepsi, come si prende e tempi di guarigione

~December 02, 2025
6 minuti
paziente con setticemia

La setticemia, oggi più comunemente definita come sepsi, è un’emergenza medica potenzialmente fatale. Non è una malattia specifica, ma la grave risposta del corpo a un’infezione. Quando l'organismo combatte un'infezione (batterica, virale o fungina), rilascia sostanze chimiche nel sangue per innescare la risposta infiammatoria. Nella sepsi, questa risposta immunitaria diventa eccessiva e disregolata, iniziando ad attaccare e danneggiare i propri tessuti e organi.

La sepsi può progredire rapidamente. Se non riconosciuta e trattata tempestivamente, può evolvere in shock settico, una condizione caratterizzata da un pericoloso calo della pressione sanguigna e insufficienza multiorgano, con un elevato rischio di mortalità. La sua gravità la rende un problema di salute pubblica globale, con un tasso di mortalità paragonabile a quello di ictus e infarto.

Cosa significa setticemia?

Il termine setticemia deriva dal greco sepsis (putrefazione) e haima (sangue). Storicamente, era inteso come la presenza e la moltiplicazione di batteri nel flusso sanguigno, spesso chiamata anche "avvelenamento del sangue".

Oggi, nella moderna pratica clinica, il termine preferito e più corretto è sepsi. Questo cambiamento riflette una migliore comprensione della patologia: il problema principale non è solo la presenza di germi nel sangue (chiamata tecnicamente batteriemia), ma la risposta infiammatoria sistemica e sregolata che ne consegue.

Differenza tra sepsi e setticemia

Sebbene i due termini siano ancora usati spesso come sinonimi nel linguaggio comune, la distinzione medica è la seguente:

  • Setticemia (o Batteriemia): si riferisce strettamente all’invasione, alla presenza e alla proliferazione di microrganismi (solitamente batteri) nel flusso sanguigno. È un'infezione del sangue.

  • Sepsi: è la sindrome clinica, molto più ampia e grave, che si verifica quando la risposta infiammatoria dell'ospite a un'infezione (che può essere o meno batteriemica) danneggia i propri organi e tessuti.

Quindi, la setticemia (presenza di batteri nel sangue) è una delle possibili cause che innescano la sepsi, ma la sepsi stessa può verificarsi anche in assenza di batteri rilevabili nel sangue (quando l'infezione è localizzata, ma le tossine e la risposta infiammatoria si sono diffuse). Le linee guida cliniche attuali (Sepsis-3) si concentrano sulla Sepsi e sullo Shock Settico per la diagnosi e il trattamento.

I tipi di setticemia

La sepsi non è classificata per tipo, ma in base alla sua origine (il punto del corpo in cui è iniziata l'infezione) e al suo grado di gravità.

Classificazione in base alla gravità

  1. Sepsi: Infezione accertata o fortemente sospetta, accompagnata da una risposta infiammatoria sistemica e un punteggio qSOFA (un rapido sistema di valutazione) che indica disfunzione d'organo.

  2. Shock Settico: La forma più grave. È definita come sepsi con profonde anomalie circolatorie e metaboliche che persistono nonostante l'adeguata somministrazione di liquidi e richiedono l'uso di farmaci vasopressori per mantenere una pressione sanguigna adeguata.

Infezioni che possono portare alla sepsi (dove può colpire)

Qualsiasi infezione può potenzialmente degenerare in sepsi, ma alcune sedi sono più comuni:

  • Apparato respiratorio: la polmonite (infezione polmonare) è la causa più frequente, specie negli anziani.

  • Apparato urinario: infezioni del tratto urinario (cistiti o pielonefriti) che non sono state trattate o sono resistenti agli antibiotici.

  • Apparato gastrointestinale/addome: infezioni addominali gravi come appendicite perforata, peritonite o diverticolite.

  • Pelle e tessuti molli: infezioni cutanee estese (cellulite, fascite necrotizzante) o infezioni di ferite chirurgiche.

  • Dispositivi medici: infezioni correlate all'uso di cateteri venosi centrali, cateteri urinari, o protesi.

  • Sistema Nervoso Centrale (SNC): meningite ed encefalite, sebbene siano meno comuni come cause dirette, possono portare a sepsi fulminante.

Quale è il tempo incubazione setticemia?

Non si può definire un unico "tempo di incubazione" per la sepsi, poiché non è un'infezione acquisita direttamente, ma una complicanza di un'infezione preesistente.

Il fattore temporale cruciale è la velocità di progressione una volta che l'infezione inizia a degenerare in sepsi.

  • Esordio dell'infezione primaria: Il periodo di incubazione dell'infezione iniziale (es. polmonite) può variare da poche ore a diversi giorni, a seconda del patogeno.

  • Progressione in sepsi: La progressione dalla fase di infezione localizzata alla sepsi conclamata può avvenire in modo insidioso o estremamente rapido. Nella cosiddetta sepsi fulminante, il decorso può essere rapidissimo, portando il paziente allo shock settico e al rischio di morte nel giro di poche ore (a volte 12-24 ore) dal primo sintomo evidente.

  • Fase Acuta della Sepsi: La finestra temporale per il trattamento è strettissima. Le linee guida raccomandano l'inizio della terapia antibiotica (la cosiddetta Golden Hour) entro un'ora dal riconoscimento della condizione. Ogni ora di ritardo aumenta significativamente il tasso di mortalità.

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I sintomi della setticemia

I sintomi della sepsi sono il risultato della risposta infiammatoria sistemica e del conseguente danno agli organi (disfunzione d'organo). Spesso compaiono in modo rapido e possono inizialmente sembrare quelli di una grave influenza.

I segnali d'allarme più comuni, che richiedono l'immediato ricorso al pronto soccorso, sono:

  • alterazione della temperatura corporea: febbre alta (superiore a 38 °C) oppure, meno frequentemente ma più grave, ipotermia (temperatura inferiore a 36 °C). Spesso accompagnata da brividi intensi e incontrollabili.

  • tachicardia: frequenza cardiaca accelerata (superiore a 90 battiti al minuto).

  • tachipnea: aumento della frequenza respiratoria (più di 20 atti respiratori al minuto) o difficoltà respiratorie.

  • stato mentale alterato: confusione improvvisa, disorientamento, sonnolenza eccessiva, incapacità di pensare chiaramente.

  • ipotensione: pressione sanguigna molto bassa (sistolica inferiore a 100 mmHg), sintomo che si manifesta nelle fasi più avanzate o nello shock settico.

  • riduzione della diuresi (oliguria): significativa diminuzione o assenza di produzione di urina.

  • manifestazioni cutanee: pelle fredda, umida e pallida; a volte compaiono chiazze rosse o violacee (petecchie o ecchimosi) che non schiariscono sotto la pressione delle dita, segno di compromissione vascolare.

  • estrema debolezza e malessere: sensazione di estrema spossatezza e dolore diffuso.

Quali sono le cause della setticemia

La sepsi è causata principalmente da un'infezione preesistente, che permette a batteri (o, più raramente, virus e funghi) di diffondersi nel flusso sanguigno o di scatenare una risposta infiammatoria distruttiva.

Fattori di rischio

La sepsi può colpire chiunque, ma i gruppi più a rischio includono:

  • anziani (sopra i 65 anni) e neonati (sotto l'anno di età).

  • pazienti con malattie croniche: diabete, malattie renali, cirrosi epatica, patologie cardiache.

  • pazienti immunocompromessi: persone con HIV, tumori, o che assumono farmaci immunosoppressori.

  • pazienti ospedalizzati: specie quelli con cateteri venosi o urinari, o sottoposti a interventi chirurgici recenti.

Setticemia da stafilococco

Gli stafilococchi sono un gruppo di batteri molto comuni, presenti normalmente sulla pelle e nelle mucose. Tuttavia, possono diventare patogeni se entrano nel corpo attraverso ferite aperte, cateteri o durante procedure chirurgiche.

  • Patogeno chiave: Staphylococcus aureus (incluso il ceppo resistente agli antibiotici, MRSA).

  • Sede di infezione: infezioni cutanee (come ascessi o cellulite), endocardite (infezione del cuore), infezioni ossee (osteomielite) o infezioni di protesi.

  • Rischi: le infezioni da stafilococco sono tra le cause più frequenti di sepsi contratta in ospedale e possono essere particolarmente aggressive a causa della resistenza agli antibiotici.

Setticemia da escherichia coli

Escherichia coli (E. coli) è un batterio che vive normalmente nell'intestino umano e animale. Sebbene la maggior parte dei ceppi sia innocua, alcuni possono causare infezioni gravi se si spostano dalla loro sede naturale.

  • Sede di infezione: è la causa principale delle infezioni del tratto urinario (UTI). Se non curate, queste possono risalire fino ai reni (pielonefrite) e da lì raggiungere il flusso sanguigno.

  • Contaminazione: può anche causare sepsi a seguito di contaminazione fecale di ferite o durante interventi chirurgici all'intestino.

FAQ

Si guarisce dalla setticemia?

Sì, si può guarire dalla sepsi, ma è una condizione che comporta un alto rischio di mortalità e richiede un intervento medico immediato.

La setticemia è contagiosa?

No, la sepsi in sé non è contagiosa.

La sepsi è una risposta interna disregolata del corpo a un'infezione. Non si può "prendere" la sepsi da un'altra persona. Tuttavia, l'infezione primaria che causa la sepsi (ad esempio, l'influenza che porta alla polmonite batterica, o lo stafilococco su una ferita) può essere contagiosa.

La sepsi è una complicanza che si manifesta solo in alcuni individui, a seconda del loro sistema immunitario e della virulenza del patogeno.

Quali sono i tempi di guarigione della setticemia?

I tempi di guarigione sono estremamente variabili:

  • Fase Acuta (Ospedalizzazione): I pazienti con sepsi necessitano di ricovero ospedaliero immediato e spesso di un periodo in terapia intensiva (UTI) che può durare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda della necessità di supporto vitale (ventilazione meccanica, dialisi, farmaci vasopressori).

  • Recupero a Breve Termine: Dopo la dimissione, la guarigione fisica e cognitiva può richiedere settimane o mesi. È comune sperimentare debolezza muscolare, perdita di peso e affaticamento estremo.

  • Sindrome Post-Sepsi (PTS): Fino al 50% dei sopravvissuti, in particolare quelli che hanno avuto shock settico, sviluppa la sindrome post-sepsi. I sintomi possono durare per mesi o anni e includono:

    • stanchezza cronica e debolezza muscolare.

    • insonnia o incubi ricorrenti.

    • problemi cognitivi (perdita di memoria, difficoltà di concentrazione).

    • ansia, depressione o disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

    • dolori articolari e muscolari.

Il percorso di guarigione è lungo e spesso richiede riabilitazione fisica e supporto psicologico.


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