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Calcoli alla cistifellea: sintomi, esami e cure

Revisionato da: Elty~November 15, 2024
9 minuti
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I calcoli alla cistifellea sono una condizione relativamente comune che colpisce la cistifellea, un piccolo organo situato sotto il fegato. La cistifellea ha il compito di immagazzinare la bile, un fluido prodotto dal fegato che aiuta la digestione dei grassi. I calcoli biliari si formano quando i componenti della bile, come il colesterolo o la bilirubina, si solidificano e formano cristalli. 

Questi calcoli possono variare in dimensioni, da piccole particelle di sabbia a grandi pietre, e possono causare sintomi anche molto dolorosi o rimanere asintomatici per lungo tempo. In questo approfondimento, esamineremo in dettaglio i sintomi, le cause, gli esami diagnostici e le opzioni di trattamento per i calcoli alla cistifellea.

Tipologie di calcoli alla cistifellea

Esistono diverse tipologie di calcoli alla cistifellea, ciascuna con caratteristiche specifiche in base alla composizione. 

I calcoli di colesterolo sono la tipologia più comune, rappresentando circa l'80% dei calcoli biliari. Si formano quando il colesterolo presente nella bile è in quantità eccessiva e non può essere adeguatamente disciolto, causando la formazione di cristalli che si uniscono e creano calcoli. Questi calcoli sono spesso di colore giallastro e possono essere singoli o multipli. I principali fattori di rischio includono una dieta ricca di grassi, obesità, gravidanza e l'uso di contraccettivi orali.

Una seconda tipologia di calcoli alla cistifella sono quelli pigmentari, di colore marrone scuro o nero e si formano a causa di un eccesso di bilirubina. La bilirubina è un sottoprodotto della distruzione dei globuli rossi. Quando la bilirubina si accumula in quantità elevate nella bile, può portare alla formazione di calcoli pigmentari. 

I calcoli pigmentari alla cistifellea sono più comuni in persone affette da malattie emolitiche, come l'anemia falciforme, o da patologie epatiche come la cirrosi. I calcoli pigmentari vengono ulteriormente classificati in due sottotipi:

  • calcoli pigmentari neri, si formano soprattutto in presenza di un'emolisi cronica o di cirrosi. Sono più duri e di piccole dimensioni; 

  • marroni, si sviluppano principalmente in caso di infezioni del tratto biliare e sono più morbidi rispetto a quelli neri.

In alcuni casi, i calcoli alla cistifellea possono essere composti da una combinazione di colesterolo, bilirubina e altre sostanze, e vengono definiti calcoli misti: tendono ad avere una composizione eterogenea e possono presentare caratteristiche di entrambe le tipologie sopra descritte.

La tipologia di calcolo alla cistifellea può influenzare il trattamento, poiché calcoli diversi hanno origini diverse e possono rispondere meglio a determinate terapie. La conoscenza del tipo di calcolo è importante per stabilire una corretta strategia terapeutica e per prevenire la formazione futura.

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Calcoli alla cistifellea sintomi

I sintomi dei calcoli alla cistifellea possono variare da persona a persona e, in alcuni casi, la calcolosi biliare potrebbe non manifestare alcun sintomo evidente. I calcoli che non provocano disturbi sono definiti asintomatici e spesso vengono scoperti casualmente durante esami di routine. Tuttavia, quando i calcoli ostacolano il flusso della bile, possono insorgere sintomi dolorosi e complicazioni che necessitano di un intervento medico.

Il sintomo principale dei calcoli alla cistifellea è la cosiddetta colica biliare. A differenza delle coliche causate dai calcoli renali, è un dolore intenso e improvviso che si manifesta nella parte superiore destra dell'addome, spesso irradiandosi verso la schiena o la spalla destra; questo dolore può durare da alcuni minuti a diverse ore e si verifica generalmente dopo un pasto ricco di grassi. La colica biliare è causata dall'ostruzione del dotto biliare da parte di un calcolo, che impedisce il normale flusso della bile.

Oltre alla colica biliare, altri sintomi comuni includono:

  • nausea e vomito, sono spesso associati alla colica biliare e possono essere particolarmente intensi durante gli episodi di dolore acuto; 

  • sensazione di pesantezza, molte persone con calcoli alla cistifellea avvertono una sensazione di pienezza o pesantezza dopo aver mangiato, soprattutto dopo pasti abbondanti o ricchi di grassi; 

  • ittero: in alcuni casi, un calcolo può bloccare il dotto biliare comune, causando ittero, una condizione caratterizzata da ingiallimento della pelle e degli occhi. Questo accade perché la bile, non potendo essere drenata normalmente, si accumula nel fegato e poi nel sangue; 

  • feci di colore chiaro e urine scure, l'ostruzione del dotto biliare può anche causare feci di colore chiaro e urine di colore più scuro del normale, a causa dell'alterato metabolismo della bilirubina; 

  • febbre e brividi, se i calcoli provocano un'infiammazione della cistifellea (colecistite) o un'infezione delle vie biliari, possono insorgere febbre e brividi. In questi casi, l'intervento medico urgente è fondamentale.

calcoli alla cistifellea

Calcoli alla cistifellea cause

I calcoli alla cistifellea si formano quando i componenti della bile, come il colesterolo o la bilirubina, diventano troppo concentrati e si solidificano. Le cause principali dei calcoli alla cistifellea possono quindi essere diverse e comprendono fattori genetici, stile di vita e condizioni mediche sottostanti.

Una delle cause principali è l'eccessiva presenza di colesterolo nella bile: normalmente, la bile contiene sostanze chimiche che dissolvono il colesterolo secreto dal fegato. Tuttavia, se la bile contiene troppo colesterolo, questo può precipitare e formare cristalli che poi diventano calcoli. Questo tipo di calcoli è chiamato calcolo di colesterolo ed è il più comune.

Un'altra causa è l'eccesso di bilirubina nella bile, una sostanza prodotta dalla distruzione dei globuli rossi. Alcune condizioni, come la cirrosi epatica, le infezioni delle vie biliari e alcune malattie emolitiche (che causano la distruzione accelerata dei globuli rossi), possono portare a un'eccessiva produzione di bilirubina. Quando la bilirubina si accumula, può contribuire alla formazione di calcoli, noti come calcoli pigmentari.

Anche una cistifellea che non si svuota completamente o abbastanza spesso può causare la formazione di calcoli: infatti, quando questo organo non si contrae adeguatamente, la bile può ristagnare, favorendo la formazione di calcoli.

Bisogna poi considerare alcuni fattori di rischio per la formazione di calcoli alla cistifellea, tra cui: 

  • sesso femminile, le donne sono più predisposte alla formazione di calcoli a causa degli estrogeni, che aumentano il colesterolo nella bile; 

  • età, il rischio di calcoli aumenta con l'età, specialmente dopo i 40 anni; 

  • obesità, un importante fattore di rischio, poiché aumenta la quantità di colesterolo nella bile; 

  • diete ricche di grassi e povere di fibre, un'alimentazione poco equilibrata può aumentare il rischio di formazione di calcoli; 

  • gravidanza, durante la gestazione, i cambiamenti ormonali possono influenzare la cistifellea, aumentando il rischio di calcoli; 

  • digiuno prolungato o una rapida perdita di peso possono causare un ristagno della bile e quindi favorire la formazione di calcoli.

La diagnosi

La diagnosi dei calcoli alla cistifellea inizia con una valutazione dei sintomi e un esame fisico. Il medico può sospettare la presenza di calcoli biliari in base ai sintomi riportati dal paziente, in particolare il dolore nella parte superiore destra dell'addome. Tuttavia, per confermare la diagnosi e determinare la presenza e la posizione dei calcoli, sono necessari esami di imaging specifici.

Uno degli esami più utilizzati per la diagnosi dei calcoli alla cistifellea è l'ecografia addominale, un esame non invasivo e indolore che utilizza le onde sonore per creare immagini degli organi interni. Questo esame permette di visualizzare chiaramente i calcoli all'interno della cistifellea e valutare l'eventuale presenza di infiammazione o altri problemi. L'ecografia è considerata il metodo di scelta per la diagnosi dei calcoli alla cistifellea grazie alla sua elevata sensibilità e specificità.

In alcuni casi, può essere eseguita una radiografia addominale per identificare i calcoli, soprattutto se sono composti da calcio. Tuttavia, non tutti i calcoli sono visibili con la radiografia, poiché quelli di colesterolo, che sono i più comuni, non contengono calcio e quindi non appaiono nelle immagini radiografiche. Per questo motivo, la radiografia viene utilizzata meno frequentemente rispetto all'ecografia.

Altri esami che possono essere utilizzati per la diagnosi includono la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), una procedura che combina endoscopia e imaging radiografico per visualizzare i dotti biliari, e la tomografia computerizzata (TC), che può essere utile per individuare calcoli complicati o per valutare altre possibili cause dei sintomi.

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Trattamento per i calcoli alla cistifellea

Il trattamento per i calcoli alla cistifellea dipende dalla presenza o meno di sintomi e dalle condizioni generali del paziente. I calcoli asintomatici spesso non richiedono trattamento e possono essere semplicemente monitorati nel tempo; tuttavia, se i calcoli causano dolore o complicazioni, possono essere necessarie diverse opzioni terapeutiche, che vanno dalla modifica della dieta all'intervento chirurgico.

Una delle prime misure per gestire i calcoli alla cistifellea è una dieta adeguata che dovrebbe essere povera di grassi saturi e ricca di fibre. Ridurre l'assunzione di cibi grassi aiuta a prevenire la stimolazione eccessiva della cistifellea, che può provocare coliche biliari. Gli alimenti consigliati includono frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, come il pesce e il pollo senza pelle. È importante anche evitare cibi fritti, salse pesanti e latticini interi, che possono aumentare il rischio di coliche.

Nei casi in cui i calcoli causano sintomi gravi o complicazioni, l'opzione più comune è l'operazione chirurgica, nota come colecistectomia che comporta la rimozione della cistifellea e può essere eseguita con due tecniche principali: la colecistectomia laparoscopica e la colecistectomia aperta. La colecistectomia laparoscopica è la tecnica preferita, poiché è minimamente invasiva e comporta tempi di recupero più rapidi rispetto alla chirurgia aperta. Durante l'intervento laparoscopico, il chirurgo esegue piccole incisioni nell'addome attraverso le quali vengono inseriti strumenti e una telecamera per rimuovere la cistifellea. La maggior parte dei pazienti può tornare a casa lo stesso giorno o il giorno successivo all'intervento.

Per i pazienti che non possono sottoporsi a un intervento chirurgico a causa di condizioni di salute preesistenti, possono essere utilizzate altre terapie, come il trattamento con farmaci dissolventi a base di acidi biliari. Questi farmaci, come l'acido ursodesossicolico, possono aiutare a dissolvere i calcoli di colesterolo, ma richiedono tempi molto lunghi (anche diversi mesi o anni) e non sempre sono efficaci. Inoltre, una volta interrotto il trattamento, i calcoli possono riformarsi.

Un altro approccio non chirurgico è la litotrissia extracorporea a onde d'urto (ESWL), che utilizza onde d'urto per frantumare i calcoli in frammenti più piccoli, che possono poi essere eliminati naturalmente attraverso il sistema biliare. Tuttavia, questa tecnica è utilizzata raramente per i calcoli alla cistifellea e di solito è riservata ai casi in cui i calcoli sono pochi e di dimensioni limitate.

L'alimentazione dopo l'intervento per i calcoli alla cistifellea è altrettanto importante per garantire una buona ripresa e prevenire disturbi digestivi. Dopo la rimozione della cistifellea, il corpo deve adattarsi alla mancanza di un serbatoio per la bile, che viene quindi rilasciata continuamente nell'intestino. Per questo motivo, è consigliabile adottare una dieta leggera e povera di grassi nelle settimane successive all'intervento. Con il tempo, la maggior parte delle persone può tornare a una dieta normale, ma è sempre meglio evitare pasti troppo abbondanti e grassi per evitare disturbi digestivi.

Le (potenziali) complicanze dei calcoli alla cistifellea

I calcoli alla cistifellea possono portare a diverse complicanze se non trattati adeguatamente, soprattutto quando ostruiscono i dotti biliari. Tra le più comuni c’è la colecistite acuta, un'infiammazione della cistifellea che provoca dolore intenso, febbre e spesso richiede un intervento chirurgico urgente. Un'altra complicanza è l'ittero, che si verifica quando un calcolo blocca il dotto biliare comune, causando l'accumulo di bilirubina nel sangue e l'ingiallimento della pelle e degli occhi.

Una complicanza grave, invece, è la pancreatite acuta che può verificarsi se un calcolo si sposta e blocca il dotto pancreatico, provocando l'infiammazione del pancreas. La pancreatite è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita e richiede un trattamento ospedaliero immediato.

I calcoli possono anche causare un'infezione delle vie biliari (colangite), che si manifesta con febbre, brividi e dolore addominale e può evolvere rapidamente in una situazione critica. Inoltre, la perforazione della cistifellea è una rara ma seria complicanza che può portare a una peritonite, un'infezione del rivestimento addominale.

I calcoli alla cistifellea sono una condizione comune che può causare sintomi dolorosi e complicazioni se non trattata adeguatamente. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per prevenire problemi più gravi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Mentre i calcoli asintomatici possono essere semplicemente monitorati, quelli sintomatici richiedono spesso interventi specifici, che possono variare dalla modifica della dieta alla rimozione chirurgica della cistifellea. Con una corretta gestione e un approccio multidisciplinare, è possibile affrontare con successo questa condizione e ridurre il rischio di complicazioni future.

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