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Ipossia: sintomi di allarme e strategie di prevenzione

Revisionato da: Elty~August 20, 2024
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Ipossia: Cos'è, Cause e Chi la Cura - Guida Completa

Ipossia: cosa è e chi se ne occupa

 

L’ipossia è una condizione medica provocata dalla carenza di ossigeno nell’organismo, in particolare quando i tessuti vitali come il cervello e i muscoli non ricevono sufficiente ossigeno per funzionare correttamente. Si tratta di una patologia piuttosto diffusa che può causare da lieve affaticamento fino a gravi danni agli organi.

Per comprendere bene cos’è l’ipossia, bisogna sapere in primis che l’ossigeno è essenziale per gran parte delle funzioni del corpo umano, tra cui il metabolismo cellulare che è il processo mediante il quale le cellule producono energia. Senza l’adeguata quantità di ossigeno, le cellule non possono produrre una dose di energia efficace, pertanto si possono sviluppare sintomi come stanchezza, difficoltà di concentrazione e, nei casi peggiori e più rari, di insufficienza organica con conseguente svenimento o coma.

I sintomi dell’ipossia - ed è importante rimarcarlo - possono variare sensibilmente a seconda della serietà e della rapidità con cui si sviluppa la patologia. La loro analisi e la diagnosi spettano a un esperto del settore che può essere lo pneumologo, il cardiologo, l’ematologo oppure (ma solo in caso di emergenza) uno specialista in medicina di urgenza: ciò dipende da qual è il fattore alla base della malattia.

Di norma, per ottenere una valutazione iniziale dei sintomi ipossia, ci si può rivolgere al proprio medico di base, il quale è in grado eventualmente di indirizzare il paziente verso lo specialista più appropriato alla situazione. Solo nei casi che diventano improvvisamente gravi e preoccupanti, si deve chiamare il pronto soccorso.

La gestione dell’ipossia mira a contrastare la causa scatenante e può variare da interventi di emergenza, come l’ossigenoterapia, a trattamenti a lungo termine per le malattie croniche. Monitorare costantemente i livelli di ossigeno nel sangue e assicurarsi che il paziente riceva un adeguato apporto di ossigeno è fondamentale per la prevenzione di danni a lungo termine.

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Ipossia: significato e tipologie

Il significato di ipossia è in realtà semplice da spiegare e in altre parole si può definire una patologia che si verifica quando i tessuti del corpo non ricevono abbastanza ossigeno per svolgere normalmente le loro funzioni metaboliche.

Il deficit di ossigeno può compromettere le attività vitali delle cellule arrivando a causare danni agli organi, soprattutto a cervello e cuore. Può essere provocata da vari fattori come malattie polmonari, anemia, avvelenamento da monossido di carbonio e situazioni ambientali estreme.

L’ipossia lieve può essere trattata senza problemi con l’ausilio di uno specialista, l’importante è non sottovalutare né trascurare mai la patologia, rivolgendosi tempestivamente al proprio medico di base non appena se ne avvertono i sintomi.

A proposito di ipossia significato, è importante sapere che ne esistono diverse categorie, ciascuna caratterizzata da una specifica riduzione dell’ossigeno disponibile per i tessuti:

1- Ipossia ipossica: quando il corpo o una ragione in particolare non ricevono abbastanza ossigeno a causa di un ridotto apporto ambientale di ossigeno oppure per problemi respiratori.

2- Ipossia anemica: quando è causata da una insufficiente concentrazione di emoglobina nel sangue.

3- Ipossia stagnante: quando deriva da un problema circolatorio che impedisce al sangue ossigenato di raggiungere i tessuti.

4- Ipossia istotossica: quando le cellule non possono utilizzare l’ossigeno per via di una tossina o di una sostanza velenosa che interferisce col metabolismo cellulare.

L’ipossia può essere poi suddivisa in altre sotto-categorie, che vale la pena approfondire dato che sono tra le più diffuse nella popolazione:

1- Ipossia cerebrale: è una condizione in cui il cervello non riceve abbastanza ossigeno e può essere causata da arresto cardiaco, asfissia, annegamento o trauma cranico. L’ipossia cerebrale può scatenare danni neurologici, persino permanenti.

2- Ipossia da azoto: si riferisce a una situazione in cui l’azoto inibisce l’efficienza con cui il sangue può trasportare e rilasciare ossigeno ai tessuti del corpo. Per comprendere l’ipossia da azoto cos’è, bisogna sapere che l’azoto è una componente dell’aria che respiriamo, contenuta in percentuale elevata nell’aria compressa: per questo la patologia colpisce chi lo inala per troppo tempo (ad esempio i subacquei).

3- Ipossia ischemica: si verifica quando c’è una riduzione del flusso sanguigno verso una determinata parte del corpo, limitando l’apporto di ossigeno ai tessuti. L’ipossia ischemica può derivare da un blocco arterioso, da lesioni o malattie che compromettono la circolazione, tipo ictus o infarto.

4- Ipossia neonatale: colpisce i neonati che non ricevono abbastanza ossigeno prima, durante o subito dopo la nascita. L’ipossia neonatale può essere il risultato di complicazioni nel parto e scatenare gravi conseguenze come danni cerebrali.

5- Ipossia silente: è una particolare ipossia che non presenta sintomi immediati o evidenti, quindi potenzialmente pericolosa. Si verifica maggiormente in alta quota o in contesti clinici dove il paziente non percepisce la diminuzione dei livelli di ossigeno, pertanto l’ipossia silente sintomi non sono facili da scovare e gestire.

6- Ipossia cronica: è una condizione spesso associata a malattie croniche respiratorie o cardiovascolari, quindi quando c’è una carenza prolungata di ossigeno ai tessuti. L’ipossia cronica può portare a diverse complicazioni, tra cui la disfunzione di organi multipli, cianosi e difficoltà nel respirare.

7- Ipossia notturna: situazione delicata che vede il livello di ossigeno nel sangue abbassarsi durante il sonno. L’ipossia notturna colpisce soprattutto le persone affette da apnea ostruttiva del sonno e può causare frequenti risvegli durante la notte.

Ipossia: valori

Valutare e misurare i valori dell’ipossia è un passaggio decisivo per effettuare la diagnosi e per scegliere il giusto trattamento, si svolge attraverso la saturazione dell’ossigeno nel sangue e la pressione parziale di ossigeno. Sono due valori che indicano quanto efficacemente l’ossigeno viene trasportato nel sangue fino ad arrivare ai tessuti.

Ipossia valori saturazione dell’ossigeno nel sangue:

- Valori normali: 95-100%;

- Ipossia lieve: 91-94%;

- Ipossia moderata: 86%-90%;

- Ipossia grave: meno dell’85%.

Ipossia valori pressione parziale di ossigeno:

- Valori normali: 75-100 mmHg;

- Ipossia lieve: 60-75 mmHg;

- Ipossia moderata: 40-60 mmHg;

- Ipossia grave: meno di 40 mmHg.

Ipossia: sintomi più frequenti

Approfondiamo ora i sintomi ipossia che sono fondamentali per comprendere la causa e attuare un trattamento utile a contrastare la patologia.

L’ipossia sintomi possono variare molto di intensità e pericolosità. Possono svilupparsi gradualmente con l’ipossia cronica oppure apparire improvvisamente con l’ipossia acuta.

In ogni caso è consigliabile rivolgersi subito al proprio medico di base se si avvertono questi sintomi ipossia:

- Dispnea: difficoltà respiratoria e sensazione di fiato corto durante le normati attività quotidiane;

- Cianosi: la pelle assume un colore bluastro, specie nelle labbra e nelle unghie, sintomi di poco ossigeno nel sangue;

- Nell’ipossia sintomi diffusi sono stanchezza, sensazione di fatica e debolezza;

- Tachicardia: il battito del cuore aumenta perché il corpo cerca di compensare la mancanza di ossigeno;

- Confusione, comportamenti insoliti, difficoltà di memoria e persino perdita di coscienza, perché al cervello manca ossigeno;

- Vertigini o sensazione di leggerezza di testa;

- Mal di testa inteso come tipica cefalea.

Ipossia: conseguenze

Le conseguenze di ipossia e della carenza di ossigeno nel corpo possono cambiare a seconda della durata e della gravità della condizione.

Se prolungata o grave l’ipossia conseguenze possono provocare danni significativi agli organi vitali come cuore e cervello, dato che entrambi dipendono fortemente dall’ossigenazione per funzionare bene. Nei casi acuti la mancanza seria di ossigenazione può sfociare in perdita di coscienza, danni neurologici permanenti o addirittura la morte se non trattata con rapidità.

Per quanto riguarda le conseguenze ipossia cronica, che è meno intensa ma persistente nel tempo, si può notare un peggioramento complessivo della salute. Per esempio: ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca o problemi cognitivi.

L’ipossia conseguenze possono anche influenzare negativamente altre condizioni già esistenti nel paziente, rendendo più complicata la gestione di altre malattie di tipo cronico.

Ipossia: cause

Le cause dell’ipossia possono derivare da diversi fattori, la cui analisi è compito di uno specialista, ma in ogni caso il paziente è afflitto da uno scarso apporto di ossigeno ai tessuti del corpo.

La causa più comune di ipossia è il malfunzionamento o la malattia dei polmoni. Condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma severa, l’edema polmonare o la polmonite possono compromettere la capacità dei polmoni di assorbire ossigeno dall’aria che respiriamo. 

Altre ipossia cause importanti sono i problemi di tipo cardiovascolare. Malattie come l’insufficienza cardiaca o anomalie nei vasi sanguigni possono ostacolare la circolazione efficace del sangue ossigenato dal cuore agli altri tessuti del corpo.

L’anemia è un’altra possibile causa ipossia, in quanto la ridotta quantità di emoglobina nel sangue limita la capacità del sangue di trasportare ossigeno, risultando in livelli insufficienti di ossigeno che raggiungono i tessuti.

Persino le alte altitudini rientrano tra le ipossia cause, poiché la pressione dell’aria più bassa riduce la quantità di ossigeno disponibile nell’aria, rendendo più difficile per il corpo assorbire l’ossigeno necessario.

Infine non vanno sottovalutati gli avvelenamenti da sostanze che interferiscono con l’utilizzo dell’ossigeno a livello cellulare, come il monossido di carbonio o certi farmaci e tossine: ad esempio possono causare ipossia istotossica, in cui il sangue contiene ossigeno ma le cellule non sono in grado di utilizzarlo a causa dell'interruzione dei processi cellulari.

Ipossia: cura e prevenzione

La cura per l’ipossia dipende principalmente dalla gravità e dalla causa scatenante. Per la lieve ipossia rimedi validi si concentrano spesso solo su riposo e monitoraggio, poiché non rappresenta un pericolo imminente.

Ad esempio, se l’ipossia è causata da un’attività fisica intensa a grande altezza, il semplice riposo e l’adattamento graduale all’altitudine possono permettere al corpo di acclimatarsi e risolvere la condizione. 

Quando l’ipossia è causata da patologie respiratorie come asma o BPCO, il trattamento può richiedere l’uso di farmaci broncodilatatori o steroidi per migliorare la funzione polmonare. In questi casi la terapia con ossigeno supplementare può essere adottata per garantire che i tessuti ricevano una quantità sufficiente di ossigeno mentre si trattano le cause sottostanti.

Per l’ipossia più severa, specialmente quella che implica un rischio immediato per la vita, è necessario un intervento più aggressivo. L’ossigenoterapia è molto impiegata somministrando ossigeno attraverso una maschera o un tubo nasale per aumentare rapidamente i livelli di ossigeno nel sangue. Il metodo è valido per prevenire danni agli organi vitali come il cervello e il cuore, che sono particolarmente vulnerabili alla mancanza di ossigeno.

In situazioni critiche, come l’ipossia causata da shock cardiogeno o gravi infezioni che compromettono la circolazione del sangue, possono essere necessari trattamenti più invasivi. Tra cui il supporto ventilatorio meccanico o le procedure per trattare le cause dell’ipossia, come interventi chirurgici o l’uso di farmaci per stimolare e supportare la funzione cardiaca e la circolazione.

La prevenzione dell'ipossia richiede il mantenimento di una buona salute respiratoria e cardiovascolare, ad esempio praticando esercizio fisico regolare, una dieta equilibrata, evitare il fumo e controllare bene le eventuali condizioni mediche preesistenti, in particolare quelle croniche. 

Inoltre è consigliabile vivere in ambienti ben ventilati, mentre per chi viaggia o si trova in alta quota è importante acclimatarsi gradualmente così da permettere al corpo di adattarsi a livelli più bassi di ossigeno.

Differenza tra ipossia e ipossiemia e tra ipossia e anossia

Infine è importante spiegare la differenza tra ipossia e ipossiemia e anche tra ipossia e anossia: tre condizioni che spesso creano confusione tra coloro che non sono esperti del ramo medico.

L’ipossia significato - come più volte spiegato – si riferisce a una situazione in cui c’è una ridotta disponibilità di ossigeno nei tessuti del corpo per sostenere le normali funzioni cellulari. 

L’ipossiemia invece descrive una ridotta concentrazione di ossigeno nel sangue arterioso, provocata da problemi respiratori o circolatori che intaccano l’efficacia con cui i polmoni ossigenano il sangue. L’ipossiemia è quindi una possibile causa dell’ipossia ma non di certo l’unica.

L’anossia invece significa la totale assenza di ossigeno e risulta molto più grave rispetto all’ipossia, perché può portare a danni cellulari rapidi ed estesi. Si verifica di solito in situazioni di estremo deficit di ossigeno o quando il flusso sanguino è completamente bloccato.

FAQ Ipossia: le risposte alle domande più frequenti

Che cos’è l’ipossia?

L’ipossia si verifica quando i tessuti del corpo non ricevono una quantità adeguata di ossigeno e quindi non riescono a svolgere le loro tradizionali funzioni metaboliche. La mancanza di ossigeno può derivare da problemi respiratori, circolatori o da basso livello di ossigeno nell’ambiente.

Quali sono i segni premonitori dell’ipossia?

I segni premonitori di ipossia sono: difficoltà respiratoria, cianosi, confusione mentale, affaticamento, aumento del battito, vertigini. Nei casi più critici possono verificarsi svenimento o alterazione della coscienza.

Come si guarisce dall’ipossia?

Alla base della guarigione dall’ipossia c’è l’individuazione della causa. Tra i trattamenti vari ci sono: ossigenoterapia per aumentare i livelli di ossigeno, cure per malattie respiratorie o cardiache, modifiche allo stile di vita come smettere di fumare o adottare una giusta dieta. Eliminando la causa, si può ottenere la guarigione.

Come capire se l’ossigeno non arriva al cervello? 

Quando l’ossigeno non arriva al cervello si manifestano ipossia sintomi come stato confusionale, incapacità di concentrarsi, comportamenti irrazionali, mal di testa, vertigini, visione offuscata. In situazioni estreme svenimenti o coma.

Quando il livello di saturazione è preoccupante? 

Un livello preoccupante di saturazione è quando si porta al di sotto del 95%, quindi c’è bisogno di consultare subito un medico. Sotto al 90% la situazione è invece pericolosa e richiede un intervento ancor più immediato.

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