Elettrocardiogramma: cosa è, come funziona e quando farlo
Elettrocardiogramma: cosa è
L’elettrocardiogramma, spesso riportato con la sigla ECG, è l’esame diagnostico che viene eseguito per verificare e ricevere indicazioni sulla condizione di un organo fondamentale come il cuore.
L’elettrocardiogramma sarebbe la riproduzione grafica dell’attività elettrica del cuore durante la sua funzione, registrata a livello della superficie del corpo tramite uno strumento, l’elettrocardiografo, che è in grado di riportare graficamente il ritmo dei battiti cardiaci.
Le tipologie di elettrocardiogramma, come vedremo successivamente, sono essenzialmente tre: a riposo, sotto sforzo e tramite holter.
La figura professionale che si occupa degli ECG è il più delle volte il cardiologo, mentre per i bambini è il cardiologo pediatra.
L'elettrocardiogramma è un esame di base molto semplice da svolgere che viene utilizzato per svariati scopi clinici: misurare la frequenza del battito cardiaco, verificare le dimensioni delle camere cardiache, scovare eventuali danni al miocardio provocati da infarto o ischemia, sorvegliare gli effetti provocati da determinati farmaci, monitorare le aritmie cardiache oppure controllare l’efficacia di un pacemaker.
Attraverso il tracciato che appare sull’elettrocardiografo il cardiologo sarà capace di comprendere subito qual è lo stato di salute del cuore del soggetto interessato e dunque se sono presenti eventuali anomalie preoccupanti.
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Elettrocardiogramma: come funziona
L’elettrocardiogramma si svolge applicando sulla pelle del paziente gli elettrodi che trasmettono l’attività cardiaca all’elettrocardiografo: solitamente sono dodici/quindici placche che vengono posizionate su torace, braccia e game.
L’elettrocardiogramma è una esame che non richiede particolari preparazioni per il paziente, ma se si stanno adottando specifiche cure farmacologiche o si è portatori di pacemaker è necessario comunicarlo al cardiologo.
L’esame dura pochi minuti, non è invasivo e non ha controindicazioni, tranne quello sotto sforzo che si sconsiglia per i soggetti affetti da insufficienze cardiache.
La principale problematica, se così vogliamo chiamarla, prevista dall’esame è legata al gel che serve per fissare gli elettrodi, che al termine dell’elettrocardiogramma andrà rimosso manualmente, oppure quando occorre rasare le zone interessate se il paziente presenta un torace molto villoso.
Al di là di questi piccoli accorgimenti, si tratta di un esame piuttosto basilare. Vediamo come funzionano le tre tipologie di elettrocardiogramma:
Elettrocardiogramma a riposo: una volta tolti gli indumenti ci si deve sdraiare su un tipico lettino di un ambulatorio. Generalmente un infermiere applica gli elettrodi (collegati a loro volta all’elettrocardiografo) alla pelle del paziente tramite gel o ventosa. A questo punto viene avviato l’elettrocardiografo che inizia a registrare l’attività cardiaca per una manciata di secondi, durante i quali il paziente deve respirare normalmente senza parlare. Ovviamente l’elettrocardiogramma a riposodà un riscontro soltanto parziale perché mostra l’attività cardiaca solamente durante una condizione di quiete e soltanto in un breve periodo e non mentre il paziente sta effettuando uno sforzo
Elettrocardiogramma sotto sforzo: questo esame è più completo poiché viene effettuato durante un esercizio fisico da parte del soggetto e può permettere di individuare cardiopatie, ischemie o scompensi cardiaci.
Solitamente gli sforzi fisici che deve affrontare il paziente aumentano piano piano di intensità e gli elettrodi vengono applicati solamente sul torace per dare ampia possibilità di movimento. L’obiettivo dell’elettrocardiogramma sotto sforzo è comprendere il comportamento del cuore mentre si affronta una fatica e che tipo di variazioni mostra il ritmo cardiaco.
Per eseguire il test si utilizza un tapis roulant oppure una cyclette, la durata è di circa venti/trenta minuti. In rari casi viene effettuato questo esame nei pazienti che stanno assumendo determinati farmaci che provocano i medesimi effetti di uno sforzo fisico.
Holter elettrocardiogramma: è uno strumento molto importante che consente di registrare per 24 ore l’attività cardiaca di un soggetto così da poter monitorare il ritmo del cuore per un periodo prolungato.
Viene installato da un infermiere un elettrocardiografo portatile sul torace del paziente che è collegato alle consuete placche metalliche: si tratta del metodo più diffuso per scovare le aritmie discontinue che spesso non si possono individuare durante gli altri due tipi di ECG.
L’applicazione dell’holter cardiaco non comporta alcun tipo di controindicazione, eccetto il piccolo e sopportabile fastidio che logicamente può causare portare il dispositivo per un lungo lasso di tempo, compresa la notte.
Durante le 24 ore si possono praticare le consuete attività quotidiane, ma bisognerà indicare e riportare su un foglio, che andrà consegnato al medico, gli orari in cui si è svolta una determinata attività.
L’holter cardiaco si suddivide in due fasi: prima c’è l’installazione del dispositivo portatile che viene avviato e inizia a registrare il battito cardiaco, poi avviene la rimozione e la lettura dei dati da parte del cardiologo.
Elettrocardiogramma: quando farlo
Abbiamo visto come l’elettrocardiogramma sia un esame molto importante qualora un soggetto presenti sintomi o disturbi come aritmie, ipertensione o dolori al torace, tuttavia anche a condizioni normali è consigliabile effettuarlo periodicamente come forma di prevenzione.
Naturalmente la frequenza del controllo cardiaco dipende dalle eventuali patologie che hanno già colpito un paziente e in questo caso sarà il cardiologo a consigliare quando svolgere l’esame.
In generale però si consiglia di fissare l’elettrocardiogramma almeno una volta ogni due anni per gli adulti dai quarant’anni in su e una volta l’anno per coloro che hanno dai cinquant’anni in poi.
Gli sportivi oppure i lavoratori di determinati settori vengono sottoposti circa una volta l’anno a una visita medica di idoneità che prevede l’elettrocardiogramma sotto sforzo prima di poter svolgere le rispettive attività agonistiche e lavorative che li vedono coinvolti.
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